Cronaca

Addio a Massimo Signoretti voce storica di Radio Rai Una vita per la professione e per la categoria

di Redazione -


Voce storica di Radi0 Rai, pochi giorni fa, Massimo Signoretti ci ha lasciato. Nato a Roma il 23 settembre 1932, giornalista professionista, ha cominciato a scrivere per “Il Giornale d’Italia”, per passare, all’inizio degli anni Settante in Rai, alla radio, dove è diventato una delle voci più conosciute del Gr2 del mattino. Il lavoro di Massimo, come radiocronista, si è svolto tra innumerevoli esperienze e incontri. Ha così affrontato, con la sua voce inconfondibile e coinvolgente, personaggi e fatti, soprattutto di cronaca e attualità (nel tempo storicizzati) con il suo stile sempre misurato, firmando servizi di successo. Questo il suo significativo percorso professionale: dopo il praticantato a “Il Giornale d’Italia” è al quotidiano “Telesera”, con la responsabilità della cronaca di Roma, mantenendo anche la responsabilità della redazione romana del “Corriere del Giorno” di Taranto, prima, e di “Telestar” di Palermo, dopo. In Rai, al Giornale Radio  è stato nella redazione economico-sindacale, divenendone poi il responsabile e, successivamente, vice-direttore; è stato autore anche di varie rubriche radiofoniche. Esperto e appassionato di auto ha diretto il periodico “Strade e motori”.  Fin dall’inizio della professione si occupò dell’attività sindacale e dei temi sull’evoluzione della professione. Eletto nell’Ordine interregionale del Lazio e Molise, ricoprì la carica di segretario per circa sette anni, dalla quale si dimise per assumere quella di vice-presidente vicario dell’INPGI. Entrò successivamente nel Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Consigliere nazionale della FNSI, è stato vice-presidente dell’Unione Pensionati. È stato anche presidente del Collegio dei Revisori dei conti dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, per un triennio. Il Direttore Roberto Falleri, la redazione e i collaboratori di “Giornalisti Europei” sono vicini, con grande partecipazione, al figlio Fabio Massimo e alla famiglia, ricordando la sua grande professionalità e la fraterna amicizia con Gino Falleri; un’amicizia rafforzatasi nel tempo, soprattutto per le battaglie professionali e sindacali che li ha visti fortemente impegnati, sempre al servizio dei colleghi.

red


Torna alle notizie in home