Addio a Vattimo, filosofo del pensiero debole
È morto nella serata di ieri a Torino il filosofo Gianni Vattimo. Lo ha reso noto Simone Caminada, assistente e compagno del filosofo negli ultimi anni di vita. Aveva 87 anni. Lo studioso ha passato le ultime ore ricoverato in ospedale a Rivoli, dopo che le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni.
Tra i più noti filosofi italiani e tra i massimi esponenti della filosofia ermeneutica a livello mondiale, tradotto in varie lingue, studioso e originale prosecutore del pensiero di Martin Heidegger, Gianni Vattimo ha teorizzato l’abbandono delle pretese di fondazione della metafisica e la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica, diventando così il maestro del “pensiero debole” a livello internazionale.
Nato a Torino il 4 gennaio 1936 come Gianteresio detto Gianni, Vattimo è stato allievo di Luigi Pareyson, assieme a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, laureandosi in filosofia nel 1959 all’Università di Torino. Oltre alla giovanile militanza nell’Azione Cattolica, Vattimo fu con Eco anche tra i pionieri della televisione italiana: nel 1954 insieme parteciparono e vinsero un concorso della Rai per l’assunzione di nuovi funzionari; abbandonarono l’ente televisivo alla fine degli anni Cinquanta. Vattimo si è poi specializzato all’Università di Heidelberg con Hans Georg Gadamer e Karl Löwith. Nel 1964 divenne docente nell’Università di Torino, prima come professore di estetica, poi (dal 1982) come professore di filosofia teoretica. Studioso della filosofia ermeneutica contemporanea, ne ha indagato i presupposti storici e sviluppato le implicazioni teoretiche, dedicando le proprie ricerche a Friedrich Schleiermacher, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger e Gadamer, del quale ha curato l’edizione italiana di “Verità e metodo” (1972).
Vattimo ha insegnato come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per i quotidiani “La Stampa” e “La Repubblica” e per il settimanale “L’Espresso”. Ha ricevuto lauree honoris causa dalle Università di La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima.
Vattimo è stato non solo un pensatore speculativo ma anche un intellettuale militante di spicco della sinistra, dichiaratamente omosessuale dal 1975 e al tempo stesso rivendicando la sua fede cattolica, svolgendo attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di Sinistra (dal 1999 al 2004), per i quali è stato parlamentare europeo, e infine nel Partito dei Comunisti Italiani. Dal 2009 al 2015 è stato parlamentare europeo dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Dal 2010 è stato legato con il suo compagno Simone Caminada. Il 39enne brasiliano, assistente del filosofo, nel febbraio scorso è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Torino a due anni di reclusione (pena sospesa) per circonvenzione di incapace. Per i giudici, Caminada avrebbe approfittato della fragilità del filosofo per mettere le mani sul suo patrimonio. Nei confronti di Vattimo i periti della Procura avevano accertato “patologie che portano a un deficit sul piano previsionale, esecutivo e sulla capacità di autodeterminazione: un disturbo depressivo aggravato dal Parkinson”. La difesa di Caminada aveva annunciato ricorso contro la condanna. E lo stesso 87enne professore, subito dopo la condanna, in alcune interviste aveva ribadito la sua intenzione di voler sposare Simone.
Per due volte Caminada e Vattimo hanno tentato la strada dell’unione civile, ma è sempre finita con un nulla di fatto: nel dicembre 2022 era stata la Procura a bloccare le nozze previste nel Comune di Vimercate (Monza Brianza) proprio a causa del giudizio pendente sull’assistente. Nell’aprile scorso, invece, era stata la sindaca di Occimiano (Alessandria), Vania Olivieri, a fare annullare la cerimonia dopo avere conosciuto la coppia, convocata a causa della grande differenza di età, e dopo avere constatato che Vattimo non riusciva a parlare.
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