Politica

Addio smartphone ai minorenni che commettono un reato: oggi il Cdm

di Eleonora Ciaffoloni -


In Consiglio dei ministri il pacchetto sicurezza: Addio smartphone ai minorenni che commettono un reato.

Mentre allo studio dell’esecutivo di Giorgia Meloni vi sono i sostegni per bollette e caro-benzina, insieme alla revisione del Superbonus – protagonisti del vertice di maggioranza di ieri – l’altra faccia della medaglia del lavoro del governo è quella rappresentata dal cosiddetto “Pacchetto sicurezza”. Questo verrà discusso in Consiglio dei ministri nella mattinata di oggi alle ore 12. Un pacchetto che contiene un folto insieme di misure che hanno la finalità di intervenire su vari tasselli (e a più livelli) per contrastare l’illegalità e innalzare il livello di sicurezza delle città. Sono stati gli ultimi gravi fatti di cronaca a dare la spinta per un intervento celere. Per primo, l’omicidio a Napoli del musicista 24enne, ucciso con colpi di arma da fuoco da un 17enne a seguito di una lite e, di pari passo, gli eventi violenti di Caivano, dove la premier Meloni si è recata in visita. Per questo sono in bozza piani contro la baby criminalità: “Stiamo abbassando l’età per essere imputabili. Il 14enne che gira con una pistola dovrà essere punito come un 50enne” ha detto il vice premier Matteo Salvini.

In tal senso, potrebbero trovare posto misure per contrastare la diffusione delle armi da fuoco, ma anche – più concretamente – c’è la possibilità di disporre una sorta di Daspo urbano e cioè un allontanamento da determinate aree urbane per appartenenti a baby gang, organizzazioni criminali comunque minori di età compresa tra 14 e 18 anni che si siano macchiati di reati di una certa gravità. Provvedimento che potrebbe essere preceduto anche da un “avviso orale” da parte del questore che convoca il minore unitamente ad almeno un genitore. E non solo, se il soggetto minore “richiamato” risulta condannato per delitti contro la persona, il patrimonio, per armi o droga, il questore può proporre anche il divieto di utilizzare “piattaforme e servizi informatici”, nonché “il divieto di possedere smartphone”. A ricordarci della pericolosità degli smartphone non solo l’incidente mortale causato dal gruppo di youtuber a bordo di una Lamborghini che è costato la vita a un bambino di cinque anni, ma anche tutti i messaggi e i video che sono stati inviati e diffusi tra chat e social a seguito delle violenze sessuali avvenute a Palermo e a Caivano. Un nuovo approccio alla sicurezza che sembra notarsi proprio nel cosiddetto piano anti-degrado per Caivano, o meglio, nella specifica fatta all’articolo 9 del Dl sul Sud. Non si tratta di misure coercitive, piuttosto di “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese”.

Un piano, quindi, che va ad agire non solo a contrasto della criminalità, ma anche sul contesto economico e sociale dei territori con “interventi infrastrutturali” e di “riqualificazione” per “fronteggiare le situazioni di degrado e di vulnerabilità sociale”, in accordo con le istituzioni locali. Un “pacchetto” che guarda anche al varo di un nuovo “decreto sicurezza” riguardante migranti e rimpatri. La maggioranza sembrerebbe spingere per agire nei confronti dell’esponenziale aumento degli arrivi di migranti sulle coste italiane con interventi sui territori di arrivo – in tema di investimenti – e soprattutto con dei dispositivi “per favorire rimpatri più rapidi” dei “migranti irregolari che abbiano commesso reati.


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