Politica

Adesso Guido io

di Eleonora Ciaffoloni -

GIORGIA MELONI GUIDO CROSETTO


Giorgia Meloni lo aveva annunciato dagli Emirati Arabi “è in programma a Cutro il prossimo Consiglio dei Ministri”. E così è stato. Ieri pomeriggio, intorno alle ore 16, la premier con la sua squadra di governo al completo si è riunita nel Municipio della cittadina teatro del naufragio dello scorso 26 febbraio. “Un segnale simbolico e concreto” ha detto il capo del governo: una celebrazione straordinaria fortemente voluta dall’esecutivo non solo per esprimere la vicinanza alla popolazione, ma anche per segnare un punto di svolta per una problematica che da anni è al centro delle politiche e dell’opinione pubblica. Parole che si sono allineate ai gesti, fin dall’arrivo nella piazza principale della cittadina. Giorgia Meloni nell’atrio del Comune ha deposto una corona di fiori a ricordo e ha scoperto una targa commemorativa per le vittime della tragedia, che riporta le parole di Papa Francesco e in cui si legge: “L’Italia onora la memoria delle vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, si unisce al dolore delle loro famiglie e dei loro cari. Il governo rinnova il suo massimo impegno per contrastare la tratta di esseri umani, per tutelare la dignità delle persone e per salvare le vite umane”.

UNA RIUNIONE “STRAORDINARIA”

E così, poco dopo l’arrivo e la breve commemorazione delle vittime, la premier e i suoi ministri si sono uniti nella sala del municipio di Cutro, dove in circa un’ora, è stato approvato il nuovo Decreto sui migranti. Una riunione che è stata definita dallo stesso governo “straordinaria” sia per il contesto, sia per la carica emotiva del luogo. “È la prima volta che un Cdm si svolge sul luogo in cui si è consumata una tragedia legata al tema migratorio” ha detto la premier, sottolineando come “la presenza dell’intero consiglio è un modo per ribadire quanto questo governo sia attento e concentrato su questo dossier”. Una presenza, ribadisce il capo del governo, per “esprimere compatti il nostro cordoglio per le vittime di queste tragedie e per unirci al dolore dei cari”, anche grazie alla targa, per un ricordo “che rimanga nei giorni e non sia solo transitorio”. Una dimostrazione di vicinanza a Cutro, ma anche allargata: “Volevamo dare un segnale di vicinanza alle popolazioni del Mezzogiorno, negli ultimi anni le più colpite dal tema migratorio: non potevamo non dare segnale concreto”. Il segnale è di certo arrivato: a Cutro è arrivato il nuovo decreto perché, ha detto la premier “Il nostro compito è cercare soluzioni e fare ciò che si può per non far ripetere le tragedie”.

NUOVO DECRETO NUOVA FIDUCIA

La “straordinaria” riunione è stata seguita dalla conferenza stampa a cui hanno partecipato insieme a Meloni, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, ma anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Quest’ultimo, nonostante le critiche e le richieste di dimissioni arrivate da ogni parte, ha avuto ancora una volta, rinnovata, la fiducia della premier Meloni, che in conferenza ha dichiarato: “Ringrazio il ministro Piantedosi, il governo non poteva fare nulla di più o di diverso”. Difatti, su questa linea, la stessa premier ha tenuto a ribadire la propria contrarietà alle “ricostruzioni surreali” fatte nei giorni scorsi in merito alla notte della tragedia. E dopo i primi convenevoli, la presentazione del Decreto che vuole far emergere “una politica di maggiore fermezza sul tema migranti” determinata a sconfiggere “la tratta di esseri umani responsabile della tragedia”. Un provvedimento per una politica definita “più responsabile finalizzata a rompere la tratta degli scafisti e a combattere la schiavitù del terzo millennio” e “non replicare l’approccio di chi ha lasciato che i trafficanti di morte agissero indisturbati”. Parole chiare di Meloni, che hanno anticipato gli interventi tecnici dei ministri, andati più a fondo sulla nuova normativa, prima delle domande dei giornalisti, che hanno creato scompiglio nella sala stampa allestita per l’occasione. Durante l’ultima parte della conferenza infatti, le domande rivolte alla presidente e le conseguenti risposte sui fatti della notte della tragedia hanno creato una sorta di dibattito tra le parti, creando confusione e nervosismo, nonostante i numerosi richiami del portavoce governativo.

BAGARRE ALLA CAMERA

Ma le tensioni non si fermano a Cutro. Nel frattempo, a Montecitorio il centrodestra nel pomeriggio di ieri ha incardinato l’iter della proposta di legge per reintrodurre il decreto Sicurezza di Matteo Salvini, con la maggioranza che ha votato da sola la proposta, nonostante la richiesta delle minoranze di rinviare questi passaggi in attesa del decreto sui migranti in discussione nella cittadina calabrese. Di fronte al nulla di fatto, le opposizioni hanno abbandonato i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera. “Sarebbe stato logico e persino ovvio rinviare questa discussione, come abbiamo chiesto, dopo aver conosciuto le decisioni del governo. Confrontarsi con forze politiche che tengono questo atteggiamento irrispettoso delle opposizioni diventa ogni giorno più difficile” ha dichiarato la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani. Un passaggio di testimone tra Cutro e il Parlamento su un Dl, che come per quello dedicato alle Ong, che di certo non fermerà il dibattito.

Torna alle notizie in home