Cultura & Spettacolo

AFFAMATI DI VITA E RICCHI DI FIDUCIA

di Redazione -


Gli effetti positivi della poesia secondo Louise Gluck, premio Nobel per la letteratura

 

“La primavera, giovani compravano i biglietti del battello. / Ridevano, perché l’aria era piena di fiori di melo… / Ho ricordato suoni come quello, dalla mia infanzia, / risate senza motivo, solo perché il mondo è bello… e così mi sono svegliata ebbra, alla mia età / affamata di vita e ricca di fiducia”. Sono i versi tratti da una raccolta di poesie scritte dalla poetessa americana Louise Gluck, premio Nobel per la letteratura 2020. La motivazione con la quale i giudici svedesi le attribuivano l’importante riconoscimento parlava di: “un’inconfondibile voce poetica, che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Cioè di una poesia che sa scandagliare e abbracciare ogni aspetto della vita e delle cose. Una sorta di grande respiro in cui il tutto si dispiega e si esprime nella sua essenza.  E’ un po’ la forza della poesia. La sua capacità di dar luce con poche parole all’infinito e al mistero che albergano negli uomini e nella natura. La raccolta della Gluck s’intitola “Vita Nova”, ed è un omaggio a Dante, al poeta per eccellenza la cui poesia ha attraversato e affascinato secoli e persone (i libri di L. Gluck in Italia sono, per ora, pubblicati da: Il Saggiatore).  Oggi più che mai c’è bisogno della poesia, della sua capacità di stupire, di coinvolgere, di far riflettere, di aprire le porte della conoscenza. Quella conoscenza “intima” della vita che la vita sa nutrire, fecondare e arricchire. In un tempo in cui tutto sembra sospeso e il fiato dell’umanità è più corto e affaticato dalla paura, è importante poter restituire a esso un po’ di ossigeno che la poesia sa regalare a chi le si approccia con la semplicità, la curiosità e il nitore di un bambino. E come un bambino scoprire elementi di gioia, di passione, di fiducia, di forza e speranza. Perché i poeti sanno squarciare le barriere più impenetrabili dell’animo umano, e non solo, e offrire rivelazioni che come arcobaleni restituiscono la visione più nitida del tutto. Scriveva Giacomo Leopardi nel suo diario: “della lettura di un pezzo di vera poesia, in versi o in prosa, si può dire quello che di un sorriso diceva Stern: aggiunge un filo alla tela brevissima della nostra vita”. Ecco, quel filo può valere un’esistenza. E come un virus, questa volta buono per l’umanità, è capace di trasmettersi velocemente nei cuori di una moltitudine di uomini rischiarando il loro mondo, rendendolo migliore. 

Ho sempre pensato che i giovani dovrebbero avvicinarsi di più alla poesia, per respirare fino in fondo il profumo dell’esistenza. Carpirne le differenti sfumature, farne tesoro e bussola per il loro cammino. Gli insegnanti dovrebbero spronare gli studenti a scrivere i pensieri, le emozioni, le aspettative, i dubbi, i dolori, le gioie, i loro momenti di quotidianità insomma, in prosa o in poesia, per allontanarli dalla noia, dalla solitudine, dalla disperazione, dal senso del nulla. Da quel caos intermittente che spesso s’insedia nei loro animi e nelle loro menti, e trasformarlo in qualcosa di creativo. Instradandoli e redendoli sensibili all’osservazione, alla riflessione, alla bellezza, al sentimento, all’ottimismo e farli approdare a una visione del loro vissuto ricca di senso. Per divenire, come dice Louise Gluck, affamati di vita e ricchi di fiducia. 

Romolo Paradiso


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