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Aiuti all’Ucraina: il piano di riserva Ue da 20 miliardi per superare il veto di Orban

di Angelo Vitale -


L’Europa si accinge a varare un piano B del valore di 20 miliardi di euro a favore dell’Ucraina, utilizzando uno schema di debito che punta ad eludere il veto del premier ungherese Viktor Orban fin qui pesato sugli interventi indirizzati al Paese invaso dalla Russia.

Le rivelazioni del Financial Times illustrano la manovra allo studio dopo che, all’inizio di dicembre, i leader Ue non sono riusciti a concordare una proposta di pacchetto quadriennale da 50 miliardi di euro da far arrivare al governo guidato da Volodymyr Zelensky.

Lo schema di intervento guidato dal debito, alla fine, è risultato quello scelto da mettere sul tavolo allorquando Orban dovesse insistere con il suo in occasione di un prossimo vertice previsto per il primo giorno del prossimo febbraio.

Questo schema – scrive il FT – comporterebbe che gli Stati membri partecipanti forniscano garanzie al bilancio Ue, consentendo alla Commissione europea di prendere in prestito fino a 20 miliardi di euro sui mercati dei capitali per Kiev durante il 2024.

Un accordo simile, ha ricordato il quotidiano, era stato utilizzato tre anni fa quando la Commissione aveva assicurato fino a 100 miliardi di euro in finanziamenti a basso costo ai Paesi Ue per programmi di sostegno al lavoro a breve termine durante l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus.

L’operazione non richiederebbe garanzie da parte di tutti i 27 Stati membri purché tra i principali partecipanti figurino Paesi con i migliori rating creditizi, superando in tal modo la necessità di un sostegno unanime alla scelta. Anche se alcuni Paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, avrebbero bisogno dell’approvazione parlamentare per esprimere la garanzia nazionale.

Se il primo febbraio si riuscisse a far quadrare il cerchio, ipotizza il FT, il Fondo monetario internazionale verrebbe rassicurato sul rilascio della prossima tranche di finanziamenti per l’Ucraina da 900 milioni di dollari. Una ampia boccata di ossigeno per il governo di Kiev.

Unico svantaggio di questo piano di riserva, la sua limitazione ai prestiti escludendo le sovvenzioni, che potrebbero però essere erogate dagli Stati membri su un livello bilaterale.

Un’ultima chance ipotizzata prevederebbe pure il rinnovo della struttura di finanziamento utilizzata nel 2023 per assicurare 18 miliardi di euro in prestiti a basso costo all’Ucraina, per alcuni mesi e fino a un anno. Scelta che abbisogna della maggioranza ponderata dei Paesi membri.

Primaria opzione, comunque, quella di un sì al pacchetto di aiuti proposto 6 mesi fa e bloccato dal veto di Orban, per coprire un arco temporale di quattro anni includendovi anche 4 miliardi di euro per gli investimenti nella difesa e per la migrazione.

Secondo l’agenda prevista in colloqui informali, una definizione per il via libera a finanziamenti entro il marzo 2024.


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