Attualità

Al Festival di San Zelensky arriva la controparte

di Eleonora Ciaffoloni -


La presenza di Vodymyr Zelensly – con un video messaggio – alla finale del Festival di Sanremo ha scatenato la polemica sulla kermesse musicale a pochi giorni dal suo inizio. Il partito dei contrari alla presenza del presidente ucraino all’Ariston è molto ampio e si allarga a macchia d’olio da destra a sinistra. Un messaggio di pace che si mescola alla propaganda di guerra in cui, però, molti non si riconoscono. Tuttavia, c’è anche chi, considerando l’attenzione alla comunicazione e all’attualità del tema – e di tanti altri temi già discussi a Sanremo – non disdegna un messaggio di Zelensky, sullo stile Golden Globes. In ogni caso, il presidente ucraino interverrà alla fine della gara canora e a questo punto, l’accettazione ha preso il sopravvento. Ma allora se c’è Zelensky, perché non interviene una controparte? Potrebbe non essere saltato in mente che una delle due parti è quella lesa. In ogni caso, a pensarci, chi invitare? Il presidente Putin in collegamento dal bunker sembra una pessima idea. La soluzione potrebbe essere quella di chiamare in causa uno dei suoi adepti, vestito e conciato per l’occasione. Achille Lavrov suona bene. I tatuaggi danno quel giusto pizzico di trasgressione, ma il capello tinto è quello che fa la differenza. La controparte allora è scelta: bisognerà capire se si Achille Lavrov si diletterà con il canto o se risponderà a suon di missili con il sottofondo “Ci son cascato di nuovo”.


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