Al San Carlo di Napoli uno scandalo dietro l’altro
La vicenda del "teatro personale" del figlio della direttrice generale nell'area del porto, l'ultimo episodio di una "gestione opaca" del lirico partenopeo
Emmanuela Spedaliere intervistata da Sky
Cosa succede al Teatro San Carlo di Napoli? La domanda è d’obbligo dopo l’intreccio di alcune vicende che stanno venendo finalmente allo scoperto. Merito di Catello Maresca, magistrato anticamorra e consigliere comunale di opposizione al Comune di Napoli guidato da Gaetano Manfredi che, della Fondazione del teatro d’opera nato nel 1737, uno dei più antichi del mondo, è presidente.
Le denunce
E merito di quanti, a Napoli e oltre i confini della Campania, nel giornalismo e nella politica, hanno denunciato e denunciano quello che non è un semplice episodio di “figliettismo” o “amichettismo”, di sinistra o della politica in genere che governa il capoluogo campano, ma specchio di un sistema di potere ove ogni segmento, di volta in volta, sa concedere favori o capire quando girarsi, semplicemente, dall’altra parte.
Cosa ha denunciato Catello Maresca? Un “cortocircuito istituzionale e incompatibilità incrociate” in una “gestione opaca” del Teatro San Carlo. Con il sindaco Manfredi e la direttrice generale dell’ente, Emmanuela Spedaliere “figura non prevista dallo statuto dell’ente” che si sottraggono alle audizioni presso la Commissione Trasparenza del Comune di Napoli.
Il figlio della Spedaliere
Già nel mese di maggio il senatore forzista Maurizio Gasparri aveva interrogato il ministro della Cultura Alessandro Giuli sull’assunzione del figlio della Spedaliere al San Carlo, Michele Sorrentino Mangini, per chiamata diretta dell’allora sovrintendente Stephane Lissner. “Apprendo con grande sorpresa – denunciava Gasparri – che tale Michele Mangini sarebbe stato assunto dal teatro San Carlo di Napoli a chiamata diretta da parte del soprintendente giunto alla scadenza del suo mandato. La circostanza singolare è che tale Mangini è figlio di Emmanuela Spedaliere, che dal 2020 è direttore generale del San Carlo di Napoli, dove alimenta aspirazioni ulteriori pur non avendo le caratteristiche per assumere funzioni che dovrebbero basarsi su un curriculum diverso”.
“Su questa vicenda – spiegava – ho presentato una interrogazione al ministro della Cultura per sapere se la sinistra, pronta a dare lezioni di moralità e di conflitti di interesse o di sovrapposizione di interessi familiari a chiunque, sia protagonista di questa incredibile vicenda, in cui il direttore generale del San Carlo vede assunto il figlio da parte della stessa struttura di cui è direttore generale. I figli sono pezzi di cuore ma, in questo caso, mi chiedo come possa essere giudicata la Spedaliere. Una mamma generosa o un direttore generale poco attento? Sarà il governo a rispondere a questo mio quesito”. Giuli non ha ancora risposto.
Il teatro “personale” nell’area portuale
Ma poi è emerso che nell’area ex Cirio di Vigliena (nell’ambito dell’area portuale, ndr), da qualche anno pomposamente indicata dal San Carlo come “Officine” e dal 2009 formalmente in carico per i laboratori del teatro (falegnameria, scenografia, ecc), si sono svolte a ripetizione attività di spettacolo.
Non spettacoli clandestini ma pubblici e pubblicizzati, perfino appoggiati da brand del peso di Unicredit e Generali. Catello Maresca ha definito tutto questo “un affare di famiglia”, “un teatro personale” del figlio della Spedaliere.
Ora definitivamente bloccato dall’Autorità di Porto guidata da quel commissario straordinario, Andrea Annunziata, ormai agli sgoccioli e prossimo a lasciare la sua poltrona per l’atteso giro di nomine che il governo si prepara a fare.
Cosa ha fatto sapere – solo oggi – il commissario Annunziata? Che le attività di spettacoli nell’area – finora svoltesi nel silenzio di tutti – non sono “conformi alle funzioni portuali”.
I fondi della Regione
A questo punto, sull’intera storia che sconfina verso la Regione Campania, vuole vederci chiaro pure la consigliera regionale indipendente Marì Muscarà. Che riferisce di aver ricevuto numerose segnalazioni su presunte irregolarità, anche sul piano economico, e annuncia un’interrogazione regionale per chiedere conto di spese che – per come denunciate – non risultano giustificate, nonostante la Regione Campania versi ogni anno milioni di euro alla Fondazione San Carlo: “Quando sono entrata in Consiglio – dice -, i contributi erano di 5 milioni l’anno, oggi superano i 7 milioni“.
Per anni, denuncia, a Vigliena si sono svolti spettacoli senza che nessuno se ne accorgesse: Comune, Regione o Prefettura. Un vero e proprio scandalo denunciato da pochi. Con il sistema di potere del capoluogo campano per nulla sfiorato da interrogativi e dubbi, anzi su questo specifico versante dell’ascesa della Spedaliere nel San Carlo, addirittura favorito da qualche suo suggestivo ritratto giornalistico pubblicato dalla stampa glamour nazionale.
Bassolino: Un gruppo di potere soffoca Napoli
“Non stupisce – rileva Maresca – l’intervento del presidente Antonio Bassolino in Consiglio comunale, che ha denunciato apertamente un gruppo di potere che sta soffocando Napoli, fagocitando risorse e occasioni, e privando i cittadini persino delle briciole. Di fronte a questo scenario, non possiamo più tacere. È nostro dovere denunciare, pretendere trasparenza e rispetto delle istituzioni”.
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