Cronaca

Alex, un mistero fitto. Parla l’avvocato Dal Maso: “È stata una disgrazia”

di Ivano Tolettini -


Alex Marangon, un mistero fitto: il ragazzo avrebbe bevuto un allucinogeno durante un rito. Parla l’avvocato Dal Maso

“Quella di Alex Marangon è una tragedia non solo per i suoi cari, ma per adesso non c’è nulla di provato sulle cause. Fino a quando non ci sarà il deposito delle consulenze ordinate dalla Procura e si sarà fissato un primo punto fermo, le notizie che appaiono su stampa e social alimentano un quadro confuso che non giova alla verità perché la narrativa è interessata, dunque non puntuale”. L’avvocato Cesare Dal Maso parla con cognizione del dramma che segue dal 30 giugno scorso quando fu informato dal conte Giulio Da Sacco, che per il legale è anche un caro amico, che un ragazzo si era allontanato quella notte dall’abbazia di Santa Bona, a Vidor nel Trevigiano, durante un rito sciamanico tradizionale amazzonico.

Da Sacco non vi aveva partecipato, perché era a letto, ma è il proprietario dell’abbazia da dove Alex Marangon (nella foto) , 25 anni, barista veneziano di Marcon, era sparito per essere trovato tre giorni dopo morto nel letto del fiume Piave, qualche chilometro più a valle. A organizzare l’incontro erano stati il musicista Andrea Zuin e la compagna Tatiana Marchetto con il marchio “Zumusic”. Lo avevano officiato, quel rito, gli sciamani colombiani Jhonni Benavides e Sebastian Castillos. Come le cronache hanno riportato, e anche l’Identità ha ricostruito la tragedia, il Procuratore capo Marco Martani e il suo sostituto Giovanni Valmassoi hanno aperto un fascicolo per omicidio volontario, dopo che inizialmente erano state valutate anche altre ipotesi, come la morte del giovane come conseguenza dell’assunzione di sostanze psicotrope. Di certo c’è che dopo quasi tre mesi non si sa ancora se la tragica fine di Alex, ripescato con le ossa rotte come se fosse stato anche pestato, è stato un omicidio, un suicidio oppure un incidente. Tutte le piste sono ancora aperte.

“Mi riesce difficile – analizza Dal Maso – pensare che tra la ventina di partecipanti si possa nascondere un assassino. È un ipotesi di lavoro degli inquirenti per potere consentire loro di eseguire intercettazioni telefoniche e ambientali, per ricostruire quello che effettivamente è accaduto. La verità interessa a tutti, ma la narrazione dev’essere serena e corretta”.

In questi giorni fonti giornalistiche riferiscono che la consulenza tossicologica avrebbe riscontrato tracce di ayahuasca, sostanza vietata in Italia dal 2022, nel sangue di Alex.
“Non è stato depositato alcun atto, anzi è stata chiesta una proroga. Siamo perplessi per come escono queste notizie, che sembrano incomplete, nel senso che secondo me ci possono essere delle cose che le consulenze di parte Marangon non vogliono ancora far uscire”.

Ne è convinto?
“Non riesco a capire dove si voglia arrivare. Tutti, ripeto, siamo interessati alla verità, ma non che sia orientata”.

In che senso?
“Prenda il mondo social. Si scrivono delle diffamazioni talmente gravi verso alcune delle persone coinvolte, che non potranno passare sotto silenzio. Un conto è il comprensibile dolore dei familiari, un conto sono ipotesi a senso unico. Se le cose fossero così semplici i carabinieri avrebbero già risolto il caso. Invece dobbiamo attendere la relazione finale dei consulenti, come ha detto il procuratore Martani. Il fatto non è avvenuto in un ambiente di criminali, ma di persone perbene. Quando Alex si è allontanato i carabinieri sono stati subito informati dal conte Da Sacco. Le ricerche sono state immediate. Il proprietario ha anche messo a disposizione codici e chiavi agli inquirenti per accedere quando vogliono all’edificio. Fin da subito è stata data massima collaborazione”.

Ad esempio, avvocato, c’è un messaggio del ragazzo che scriveva “vado a fare l’ayahuasca”.
“Questo però è un messaggio di marzo, di tre mesi prima del dramma, dunque va contestualizzato per non suscitare suggestioni”.

I suoi clienti che cosa dicono?
“Per loro è stata una disgrazia non certo causata da terze persone. Dicono che purtroppo Alex si è allontanato all’improvviso, è stato subito seguito, ma a causa dell’oscurità non è stato più visto. Non pensavano che fosse finito nel fiume e lo hanno cercato prima di dare l’allarme. Ripeto, se fossimo stati in un ambiente criminale e fossero state usate sostanze illecite tutti se ne sarebbero andati a casa, invece hanno atteso i carabinieri per collaborare, anche con le indagini tossicologiche. Sono tutte persone per bene”.


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