Attualità

Allarme abusi, l’orco è tra i banchi

di Eleonora Ciaffoloni -


Sono numeri da brivido quelli che rispecchiano la situazione dei bambini e degli adolescenti nel nostro Paese, con casi di abusi, adescamenti, molestie e suicidi che hanno visto un netto incremento negli ultimi anni. Nonostante la diminuzione del 10% dei reati contro i bambini rispetto al 2021 (da 19.431 a 17.475), ad emergere, con maggior preoccupazione, sono le percentuali dei reati di abuso diramate dal Servizio analisi criminale coordinato dalla Direzione centrale della polizia criminale. Secondo il report “Minorenni vittime di abusi”, nei primi sei mesi dell’anno in Italia sono aumentati del 54% i casi di “violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione”. In crescita anche la “violenza sessuale” – che aumenta del 19% – e l’”abuso dei mezzi di correzione o di disciplina”, al +3%. All’interno di queste stime, per quanto riguarda i reati contro i minori, emergono altri due dati: tra le vittime di abuso prevale quasi sempre il genere femminile (89%), mentre la fascia anagrafica con il più alto numero di vittime è quella sotto i 14 anni. Non cambiano neanche le stime sugli autori dei reati: tra gli arrestati l’88% riguarda il genere maschile e, in generale prevalgono – con il 62% – gli uomini di età compresa tra i 35 ed i 64 anni. Abusi che aumentano e che, con la pandemia, spostano il focus anche su altre dimensioni, come quella online, “a riprova del fatto” dice il report “che le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria hanno indotto un numero sempre più grande di piccoli internauti sul web, determinando per queste potenziali fragili vittime un incremento repentino del rischio di essere esposti ad approcci sessuali online da parte di adulti”. Difatti, dal rapporto non solo si evidenzia una crescita del cyberbullismo (+13% nel 2021 rispetto all’anno precedente), ma anche una crescita di tutti gli indicatori attinenti la “diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite”. Inoltre, si precisa che tra il 2020 e il 2021 sono quasi raddoppiati (+94%) i casi di “sextortion” contro i minori, ovvero i ricatti a sfondo sessuale con finalità di estorsione di denaro sul web. Si registra poi un + 33% sui casi di adescamento online rispetto al 2020 (soprattutto tra gli under 14) e, per la prima volta, tra 2020 e 2021 si nota anche un crescente numero di vittime sotto i 10 anni, con 75 casi totali nel biennio. Tuttavia, per il 2022 i dati lasciano intravedere un miglioramento: “Nell’anno in corso si assiste a una diminuzione dei casi di cyberbullismo”, che coincide “con la normalizzazione delle abitudini dei ragazzi”. Una spiegazione da cui “non si può escludere una connessione con la fine delle restrizioni”, ma per cui si ringrazia anche la “costanza dell’opera di sensibilizzazione svolta dalla Polizia Postale presso le strutture scolastiche”.
Ma il rapporto, in previsione della Giornata Mondiale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del prossimo 20 novembre ci dice che non c’è molto da festeggiare. E non è l’unico. L’Unicef, in vista del 20 novembre, ha deciso fotografare con un sondaggio le sofferenze legate al tema della salute mentale e del benessere psicosociale, per cui ne è vittima un adolescente su sette fra i 10 e i 19 anni. Secondo il sondaggio, circa la metà delle problematiche relative alla salute mentale inizia entro i 14 anni e il 75% di queste si sviluppano entro i 24 anni, con i disturbi che nella maggior parte dei casi non vengono individuati e presi in carico. Le conseguenze sono disastrose: secondo il report della Onlus il suicidio è la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni e quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. Anche in Italia le conseguenze della pandemia hanno fatto registrare un forte peggioramento delle condizioni di salute mentale: prima delle ondate Covid, la prevalenza dei problemi di salute mentale si collocava tra il 18 e il 20% della popolazione – circa due milioni di minorenni – e nel 2019 solo un 16% di ragazzi e ragazze fra i 10 e i 19 avevano accusato di problemi di salute mentale. Per cercare di porre un freno alla crescita, ma anche per riuscire a comprendere le cause dell’insofferenza giovanile, l’Unicef attraverso la propria piattaforma digitale indipendente U-Report ha lanciato un sondaggio finalizzato a rilevare la percezione di benessere psicosociale e salute mentale fra un campione di adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni. I risultati mostrano che a causare maggior apprensione ci sono le difficoltà economiche personali o della famiglia, la sensazione di isolamento, la distanza dagli affetti e dai familiari e le tensioni e liti all’interno della famiglia. L’incoraggiamento, tuttavia, arriva proprio dagli stessi ragazzi: secondo il sondaggio gli adolescenti vorrebbero sentire parlare più spesso di salute mentale e benessere psicosociale da parte delle istituzioni, delle scuole, delle famiglie e dei media.
Proprio per questo Unicef Italia ha lanciato la petizione “Salute per la mente di bambini e adolescenti” – già arrivata a 13mila adesioni – per garantire investimenti e azioni di qualità volte a supportare e proteggere la salute mentale dei minori.


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