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ALLARME ROSSO

di Domenico Pecile -


Scatta l’allarme rosso per il pericolo di azioni violente degli anarchici. A lanciarlo è la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, presentata ieri a Roma. “Sul fronte eversivo interno – si legge – le evidenze acquisite nel 2022, puntualmente condivise con le forze di polizia, hanno nuovamente qualificato la minaccia anarcoinsurrezionalista come la più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica azione diretta distruttiva”. L’sos arriva a ridosso della decisione dei giudici della Cassazione che avevano respinto il ricorso della difesa contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma, che a sua volta aveva confermato il 41 bis per Alfredo Cospito. La decisione aveva fatto esplodere la rabbia degli anarchici, che in piazza avevano urlato “sarete responsabili di tutto quello che succederà”. Non soltanto, ma lo stesso Cospito – tornato nel carcere dell’Opera dopo il periodo trascorso nell’ospedale San Paolo di Milano a causa delle sue condizioni di salute per il prolungato sciopero della fame, aveva affermato che ”spero che qualcuno dopo di me proseguirà la lotta”. Dunque, per gli 007, l‘attivismo anarchico, “ancora estremamente diversificato quanto a obiettivi e modalità operative si è dispiegato principalmente su due direttrici tematiche, afferenti all’antimilitarismo e alla lotta alla repressione, di volta in volta connesse anche agli altri, tradizionali fronti dell’opposizione al progresso tecnologico e alle nocività ambientali”. E la prima risposta all’allarme sarà la mobilitazione che gli anarchici hanno indetto per sabato a livello internazionale. Una chiamata alla piazza accompagnata da minacce in cui gli anarchici sperano che il “sussulto dei movimenti per poter continuare a vivere e ad agire si riesca a legare con istanze sociali di una popolazione sempre più colpita da crisi, ansia e guerre”. In Italia, la principale manifestazione di sabato è stata programmata a Torino con slogan intimidatori che corrono in rete. “Fondamentale sarà riuscire – recita uno di questi – a cogliere l’opportunità di portare la lotta di Alfredo al di fuori di una logica meramente anti-repressiva e provare così a sperimentare nuove angolature di attacco. Una cosa la possiamo affermare fin d’ora: esisterà un prima e un dopo la morte di Alfredo Cospito”. E ancora: “La possibilità che la battaglia fino all’ultimo respiro di Alfredo venga assunta da tutti e tutte come una battaglia per riprendersi degli spazi di azione e legittimità politica in un Paese che continuamente reprime forma di conflitto e dissenso anche solo simbolici, crediamo ci siano tutte”. E che l’asticella del livello di guardia si stia alzando in queste ore è confermato anche dall’appello dei consiglieri Csm di Magistratura indipendente (Mi) i quali hanno depositato al Comitato di residenza una richiesta di pratica a tutela dei magistrati che nelle diverse funzioni si sono occupati proprio della vicenda-Cospito, a cominciare da quelli della Cassazione che avevano confermato il 41 bis per il detenuto anarchico. Nel documento vengono riportate le dichiarazioni dei difensori di Cospito ed estratti di articoli di giornali, osservando che “nel caso di specie in luogo di critiche puntuali ed argomentate relative a specifiche attività processuali o a specifici provvedimenti si assista a una denigrazione generica e generalizzata dell’intera attività giurisdizionale penale con il risultato di determinare presso la pubblica opinione una delegittimazione diffusa e indiscriminata della funzione giudiziaria svolta dai magistrati”. Tra le frasi incriminate c’è la dichiarazione dell’avvocato difensore secondo cui la decisione di confermare il 41 bis è come volere un martire: “Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l’opinione pubblica a favore”. Stando a quanto si è appreso, la difesa dell’anarchico sta valutando l’opportunità di presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per ottenere la revoca del 41 bis. Parole, sia quelle dei magistrati che dei difensori di Cospito, destinate ad amplificare ulteriormente il dibattito, già molto caldo di suo, sul 41 bis. Sull’argomento ieri è intervenuto il presidente dell’Unione Camere penali, Gian Domenico Caiazza, secondo cui il caso di Cospito dovrebbe diventare una occasione per umanizzare il 41 bis. “Alcune misure del 41 bis hanno una ratio – ha dichiarato parlano a Radio Leopolda – che tende all’annientamento della persona. Dobbiamo chiederci se è sensato mantenere nelle forme attuali una misura che in molti suoi aspetti non ha nulla a che fare con il tema della sicurezza. Spero che il caso Cospito fornisca l’occasione per discutere dell’umanizzazione del 41 bis”. E il caso dell’anarchico è anche oggetto di un quesito che il Ministro della giustizia ha posto al Comitato nazionale di Bioetica che concerne l’applicazione della legge 219/2917 nel caso di persone in detenzione. Intanto, le condizioni di Cospito dopo il ricovero all’ospedale San Paolo non sembrano – stando a fonti accreditate – destare preoccupazione, dato che i valori sanguigni sarebbero rientrati nella norma. Ed è questo il motivo – oltre al fatto che l’anarchico durante il ricovero era ingrassato di due chili, passando da 70 a 72 kg – per cui è stato deciso di trasferirlo di nuovo in carcere, dopo il parere dei magistrati della Cassazione.

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