Cultura & Spettacolo

All’asta a Roma il Casino di Villa Ludovisi che custodisce un dipinto di Caravaggio

di Redazione -


Va all’asta a Roma il Casino di Villa Ludovisi, stimato per un valore di circa 470 milioni di euro. Una petizione cerca di salvare la storica struttura finita all’asta per una contesa tra gli eredi del bene, che custodisce dipinti di valore, tra i quali uno di Caravaggio che vi sperimentò la tecnica ad olio.

‘Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, Plutone del sale e della terra’ compongono l’allegoria realizzata da Caravaggio tra il 1597 e il 1600 nel Casino di Villa Ludovisi a Roma. Il dipinto è l’unico su intonaco realizzato dall’artista lombardo e per di più in un edificio storico destinato ad essere venduto all’asta il 18 gennaio prossimo. L’opera pittorica che allude al processo di trasmutazione dei metalli, è carica di fascino non solo per il soggetto rappresentato ma anche perché Caravaggio vi sperimenta la tecnica ad olio, usata solitamente per i supporti in tela o su tavola. La vendita all’asta ha suscitato molte polemiche sull’opportunità di ‘consegnare’ a privati un bene che al di là del valore meramente economico, rappresenta un patrimonio di tutti.

Il Casino, costruito per il cardinale Francesco Maria del Monte nel XVI secolo, venne restaurato e rinnovato da Ludovico Ludovisi, tra il 1621 e il 1632, e inglobato nella sua Villa rimasta leggendaria per i giardini, fontane e statue antiche che la abbellivano, ammirata da Goethe, Stendhal, Gogol e D’Annunzio. Essa occupava un’area di oltre 30 ettari, dalla Porta Salaria alla Porta Pinciana, fino al confine del convento dei Cappuccini. Alla fine dell’Ottocento, con il rinnovato fermento edilizio che interessò la Capitale, l’area fu sottoposta ad una lottizzazione da cui si salvò il Casino, detto dell’Aurora dal celeberrimo dipinto di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino che vi si ammira. Dello stesso artista sono anche l’ ‘Allegoria del Giorno’ e l’ ‘Allegoria della Notte’; le scene sono inquadrate da finte architetture prospettiche che si devono ad Agostino Tassi.  Nella Sala del Camino si osservano i ‘Paesaggi’ del Guercino, Paul Brill,  Giovanni Battista Viola e  Domenico Zampieri detto il Domenichino, mentre al centro del soffitto è una ‘Danza di putti’ attribuita ad Antonio Circignani.

Nel piano nobile si conservano i dipinti: ‘La Fama con l’Onore e la Virtù’  del Guercino e ‘Gli elementi e l’universo con segni zodiacale’ di Caravaggio , opera eseguita nel 1597 nel camerino alchemico del cardinale del Monte suo protettore, che si dilettava in questa pratica, rappresentata dall’artista con l’allegoria della triade  di Paracelso. Al centro della scena è posta una grande sfera luminosa al cui interno si riconoscono alcuni segni zodiacali.


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