Almasri, parla Meloni: “Tesi assurde su Nordio e Mantovano”
La premier sui social dà notizia dell'archiviazione dal Tribunale dei ministri e rilancia: "Il governo ha agito correttamente"
Caso Almasri, il Tribunale dei ministri archivia Giorgia Meloni. E la presidente del consiglio sceglie i social per esprimersi sulla vicenda del generale libico che, per mesi, ha tenuto banco nel dibattito politico e istituzionale italiano. Una posizione, quella della premier, chiara che non esita a definire “assurdo” l’impianto delle accuse che sono state rivolte a lei e al suo governo.
Almasri, ora parla (anzi scrive) Meloni
Sui social, la premier ha dato notizia dell’archiviazione. Per il caso Almasri è arrivata l’archiviazione per Meloni. E adesso, dopo settimane anzi mesi di roventi polemiche, parla (anzi scrive) lei: “Oggi mi è stato notificato il provvedimento dal Tribunale dei ministri per il caso Almasri: dopo oltre sei mesi dal suo avvio, rispetto ai tre mesi previsti dalla legge, e dopo ingiustificabili fughe di notizie. I giudici hanno archiviato la mia sola posizione, mentre dal decreto desumo che verrà chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri Piantedosi e Nordio e del Sottosegretario Mantovano”. La presidente aggiunge: “Nel decreto si sostiene che io “non sia stata preventivamente informata e (non) abbia condiviso la decisione assunta”: e in tal modo non avrei rafforzato il programma criminoso”.
Le critiche della premier
La presidente del consiglio dei ministri è estremamente critica e non nasconde i suoi dubbi e perplessità in merito alle accuse: “Si sostiene pertanto che due autorevoli Ministri e il sottosegretario da me delegato all’intelligence abbiano agito su una vicenda così seria senza aver condiviso con me le decisioni assunte. È una tesi palesemente assurda”. E quindi una stilettata alle opposizioni: “A differenza di qualche mio predecessore, che ha preso le distanze da un suo ministro in situazioni similari, rivendico che questo Governo agisce in modo coeso sotto la mia guida: ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata. È quindi assurdo chiedere che vadano a giudizio Piantedosi, Nordio e Mantovano, e non anche io, prima di loro”.
La solidarietà ai ministri
Giorgia Meloni, dunque, non abbandonerà nella bufera politica gli esponenti del governo, in ruoli chiave peraltro, né procederà a un rimpasto per placare le polemiche. Anzi, come ha annunciato nel suo lungo post apparso sui social, starà (anche fisicamente) al fianco dei ministri alla Giustizia e agli Interni e, naturalmente, del sottosegretario: “Nel merito ribadisco la correttezza dell’operato dell’intero Esecutivo, che ha avuto come sola bussola la tutela della sicurezza degli italiani. L’ho detto pubblicamente subito dopo aver avuto notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, e lo ribadirò in Parlamento, sedendomi accanto a Piantedosi, Nordio e Mantovano al momento del voto sull’autorizzazione a procedere”.
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