Esteri

Alt dell’Italia a Jens l’ostiNato: “Nessun attacco alla Russia”

di Ernesto Ferrante -


Spirano venti di guerra mondiale. Dopo l’invio delle truppe di terra in Ucraina, paventato dal presidente francese Emmanuel Macron, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa a Sofia a margine della sessione di primavera dell’Assemblea parlamentare dell’Alleanza, ha dato il via libera anche all’abbattimento dell’ultimo paletto: quello relativo alle restrizioni all’uso delle armi consegnate a Kiev. “Questa non è una decisione della Nato, è una decisione presa dai singoli alleati”, che finora “hanno preso decisioni diverse”, ha detto Stoltenberg. “Il mio messaggio è che penso che sia giunto il momento di considerare alcune delle restrizioni, perché l’Ucraina ha diritto all’autodifesa” e, “secondo il diritto internazionale, questo include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi al di fuori dell’Ucraina”, ha osservato il segretario generale. Secondo l’economista norvegese con l’elmetto, bisogna prepararsi ad un “lungo conflitto”. Alla luce di quanto asserito, appare totalmente priva di significato e credibilità la chiosa finale: “Quello che facciamo in Ucraina non rende la Nato parte del conflitto. Essenzialmente la Nato ha due obiettivi: uno è sostenere l’Ucraina e l’altro è prevenire l’escalation del conflitto oltre l’Ucraina. Non vogliamo un conflitto a larga scala tra la Russia e la Nato. La Nato non cerca il conflitto con la Russia, non abbiamo piani di dispiegare truppe Nato in Ucraina o inviare capacità aeree nello spazio aereo ucraino”. “Stoltenberg ha oltrepassato i suoi poteri parlando dell’uso dei missili forniti dai Paesi Nato per colpire il territorio russo”, ha affermato il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, citato dalla Tass.
Durissimo Dmitry Medvedev, che ha fatto nuovamente riferimento ad una guerra su scala mondiale.
La “postura” di Stoltenberg non è piaciuta per niente al vicepremier Matteo Salvini, che non ha fatto ricorso a giri di parole per replicare: “Stoltenberg o ritratta o chiede scusa o si dimette”. Il leader della Lega ha chiarito che “per parlare di guerra, per parlare di usare le bombe o i missili o le armi italiane che abbiamo mandato all’Ucraina, il segretario generale della Nato può farlo non in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano”. La posizione dell’Italia, per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è inequivocabile: “Noi dobbiamo difendere l’Ucraina aggredita” ma “non siamo in guerra contro nessuno”. Per Salvini “la Nato non può imporci di uccidere in Russia, né nessuno può imporci di mandare dei soldati italiani a combattere o a morire in Ucraina”.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha invocato la collegialità: “Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale”. Il numero uno di Forza Italia ha rimarcato che “le scelte di Kiev sono scelte di Kiev” e, accodandosi al collega di governo, ha ribadito che “non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina”. “Dobbiamo sempre lavorare per la pace e abbassare i toni”, questo l’auspicio di Tajani.
Dello stesso avviso, il titolare del Ministero della Difesa, Guido Crosetto: “Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre. Questo principio vale per Stoltenberg. Ma vale anche per Macron, quando ha detto Manderemo i nostri soldati in Ucraina”. L’aiuto agli ucraini, per Crosetto, “deve essere fatto in modo da lasciare aperta la possibilità della costruzione di una tregua immediata e la partenza di un tavolo di pace” .
Madrid raddoppia il sostegno a Zelensky. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, ha accolto a La Moncloa il leader ucraino Volodymyr Zelensky, in occasione della sua prima visita in Spagna. L’obiettivo principale del viaggio era la firma di un accordo di sicurezza, con il quale il governo iberico si impegna ad inviare armi all’Ucraina per la cifra record di 1.100 milioni di euro.


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