Esteri

Alta tensione nei cieli d’Europa Washington e Mosca ai ferri corti

di Adolfo Spezzaferro -


Resta alta la tensione nei cieli d’Europa dopo lo scontro tra un caccia russo e un drone americano di martedì sul Mar Nero. Aerei da caccia della Royal Air Force britannica e dell’aeronautica tedesca ieri hanno intercettato un aereo militare russo sullo spazio aereo dell’Estonia, scrive la Bbc in un tweet, che non cita fonti. L’aereo russo, un quadrimotore da trasporto e rifornimento in volo Ilyushin Il-78 Midas, volava fra l’enclave russa di Kaliningrad e San Pietroburgo, ed è transitato sullo spazio aereo estone, sul Baltico, senza annunciare il suo passaggio al controllo aereo di Tallinn. I due aerei che l’hanno intercettato, due Typhoon decollati per l’occasione, uno tedesco, l’altro britannico, hanno scortato l’Il-78 fuori dallo spazio estone. L’intercettazione in sé era di routine, ma è la prima volta che un’operazione del genere viene eseguita insieme dai due Paesi. “Questo dispiegamento congiunto di Regno Unito e Germania nei Paesi baltici”, ha commentato il ministro britannico delle Forze armate, “dimostra chiaramente la nostra determinazione collettiva a sfidare qualsiasi potenziale minaccia ai confini della Nato, dimostrando al contempo la nostra forza combinata”.
A ben vedere, probabilmente il volo in questione rientrava in un’esercitazione russa. Oltre dieci jet militari della flotta del Mar Baltico, tra Su-27 e Su-30SM, hanno condotto delle manovre nel cielo sopra Kaliningrad per simulare l’intercettazione e la distruzione di obiettivi nemici convenzionali. Lo ha reso noto il servizio stampa della flotta citato dall’agenzia russa Tass.
Sul fronte del Mar Nero, invece, la Russia chiede agli Usa di mettere fine a quelle che chiama le “inaccettabili attività militari vicino ai confini russi” dopo l’incidente con il drone Usa. Lo ha detto l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, aggiungendo: “Sappiamo tutti a cosa servano queste ricognizioni, cioè a raccogliere informazioni di intelligence che poi l’Ucraina usa per colpire la Russia”. Mosca si aspetta dunque che Washington “metta fine ai voli vicino ai confini russi”, che definisce “ostili”. Gli Stati Uniti “stanno ignorando il fatto che dopo l’inizio dell’operazione speciale in Ucraina le aree costiere del Mar Nero hanno uno status limitato per i voli”, puntualizza Antonov. Intanto i ministri della Difesa di Usa e Russia si sono sentiti al telefono su quanto accaduto nei cieli su Mar Nero.
Ma un primo effetto dell’incidente è già sotto gli occhi di tutti. Ieri il comandante in capo della Nato in Europa Christopher Cavoli ha cancellato i voli Uav dei droni MQ-9 Reaper (come quello dell’incidente) vicino ai confini della Russia previsti per la giornata: dall’Italia alla Crimea, dalla Lituania a Kaliningrad e dalla Romania a Leopoli.
Ma ciò che più teme Washington è che i russi recuperino i resti del drone. Secondo comunicazioni radio, unità di Mosca avrebbero ripescato una mezza dozzina di frammenti, però non è detto che siano quelli del drone di “sorveglianza” Usa. Nel frattempo, secondo quanto riferito dalla Cnn che cita due funzionari, il Pentagono avrebbe cancellato da remoto il software del drone Mq-9 Reaper prima che cadesse nel mar Nero, in modo da impedire ai russi di raccogliere informazioni riservate nel caso riescano a ripescarlo.
Qualsiasi iniziativa che provochi uno scontro tra due potenze nucleari comporta sempre rischi molto seri, gli Stati Uniti non possono non capirlo. Così il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, commentando la situazione. Sarebbe stato meglio non volare vicino ai confini russi, sottolinea dal canto suo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Dal canto suo, l’Onu chiede alle parti di dialogare e di evitare un’ulteriore escalation. Al di là dell’appello delle Nazioni Unite appare chiaro che Russia e Usa non hanno alcuna intenzione di alzare il livello dello scontro. Ma un dato di fatto c’è: Mosca ha voluto dare un segnale a Washington circa l’attività di intelligence nei cieli del conflitto russo-ucraino. Perché va da sé che le informazioni raccolte dal Pentagono vengono girare agli ucraini. Non a caso infatti ora gli alleati di Kiev puntano a dotare l’Ucraina di propri droni in grado di fare il lavoro che hanno fatto finora gli Usa. Anche perché con la battaglia di Bakhmut la guerra sta entrando in una fase decisiva. E la Nato vuole continuare a fornire il massimo supporto militare a Kiev. Allo stato attuale le forze ucraine non sono in grado di condurre controffensive appena passerà la stagione del fango, che blocca uomini e mezzi. Si tratta quindi di provare a resistere. Ciò detto, è da escludersi che l’Alleanza atlantica intenda scendere in campo direttamente nel conflitto. Sarebbe la terza guerra mondiale. Anche se ci stanno andando molto vicino.

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