Altre due donne assassinate, Valditara: “Iniziative a scuola”
GIUSEPPE VALDITARA MINISTRO ISTRUZIONE
Le violenze di genere, purtroppo, sono un fiume tutt’altro che carsico. Nei giorni in cui la Corte d’Assise di Venezia ha inflitto l’ergastolo a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin nel novembre di un anno fa nel Veneziano, continuano a insanguinano in modo indelebile la nostra società: a Caldiero, nel Veronese, una giovane mamma di 25 anni, Cristina Pugliese, domenica è stata trovata impiccata nella doccia di casa e la Procura della Repubblica ha messo sotto inchiesta, a piede libero, per omicidio volontario aggravato il compagno Marco Cristofori. Il motivo? Molte circostanze non tornano e il Pm gli ha mandato l’avviso di garanzia affinché potesse costituirsi con un proprio medico legale all’esame irripetibile dell’autopsia eseguita martedì. La madre della vittima punta il dito accusatore contro il «genero» e dice: “Cristina non può essersi uccisa, l’avevo sentita da poco ed era la solita, piuttosto la convivenza con il compagno era sempre più burrascosa. Vogliamo la verità”. Dopo che il patologo Francesco Ausania ha eseguito l’esame autoptico gli inquirenti si sono stretti nel più rigido silenzio. L’impressione è che a brave ci potrebbe essere la svolta, dopo che il consulente della Procura consegnerà al Pm Raffaele Tito le prime risultanze dell’autopsia. Sul compagno della giovane che ha dato l’allarme dei carabinieri aleggiano sospetti, anche se il diretto interessato, che è difeso dall’avvocato Filippo Vicentini di Verona, respinge le ipotesi indiziarie. “Non ho fatto del male a Cristina, sono estraneo ai sospetti”, ripete Cristofori, mentre il padre e il fratello della poveretta, assistiti dal legale Davide Osti di Vicenza, negano la possibilità che la congiunta possa essersi uccisa. “Amava la figlioletta, era piena di progetti e la convivenza non andava per niente bene, perché continuava a litigare con Marco. Chiediamo giustizia”.
MALATTIA E DELITTO – Ieri, invece, ad Altedo nel Bolognese il pensionato Luciano Baraldi di 71 anni ha sparato, uccidendola, alla moglie Marina Bassoli di 64 anni, prima di togliersi la vita. L’arma del delitto era detenuta regolarmente. In una angosciante lettera il marito, prostrato psicologicamente, racconta la sua disperazione per una situazione che non riusciva più a gestire a causa della grave patologia di cui soffriva da tempo l’amata moglie. A fare la macabra scoperta è stata la l’infermiera che avrebbe dovuto occuparsi della signora Marina, che seguiva da molto tempo in casa per la malattia che non le dava tregua. È stata lei a trovare i coniugi esanimi riversi sul divano. Ha chiamato gli operatori del 118, che a loro volta hanno informato i carabinieri della compagnia di Molinella, che si sono diretti in via Franchina, anche se non hanno potuto fare nulla per salvare la coppia. Gli investigatori stanno ascoltando congiunti e parenti per capire che cos’è successo.
L’EROE E IL MINISTRO – Sempre ieri è emersa la vicenda con protagonista il corriere veronese di origine bosniaca Alen Halilovic, 21 anni – che oggi sarà premiato dal sindaco di Castelfranco Emilia -, e che lunedì mattina nel Reggiano ha fermato un uomo che stava accoltellando l’ex fidanzata. Senza il suo intervento con ogni probabilità l’avrebbe uccisa. “Mi sarebbe piaciuto salvare anche Giulia Cecchettin – spiega il ragazzo -, lunedì ho agito come tutti dovrebbero fare”. Un comportamento eroico perché ha corso rischi. E sempre ieri il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo l’incontro con Gino Cecchettin, archiviate le inutili polemiche sul patriarcato dei giorni scorsi, ha ribadito l’importanza del ruolo della scuola affinché si affermi “ la cultura del rispetto, alla base della lotta contro ogni violenza e in particolare contro quella sulle donne per affermare il valore del no. Le famiglie devono darci una mano, occorre un grande cambiamento culturale”.
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