Attualità

Altri cinque morti sul lavoro: però ormai non fa più notizia

di Eleonora Ciaffoloni -


Una scia sempre più lunga e ininterrotta di morti e di morte sul lavoro. Un panorama tragico che fa da sfondo all’Italia lavoratrice che, ogni giorno, piange almeno tre vittime. Sono questi i numeri che fanno paura e che fotografano un contesto ormai cronico. Di certo, i fatti di cronaca degli ultimi giorni hanno fatto tornare alla luce dell’opinione pubblica un tema così importante e presente, ma così assodato, che non fa più notizia. Ci è voluta la strage alla stazione di Brandizzo – dove cinque operai sono morti dopo essere stati travolti da un treno in corsa mentre stavano facendo manutenzione ai binari – a far indignare cittadini e istituzioni, mentre sono rimasti in silenzio gli appelli continui sulle condizioni di sicurezza da parte delle associazioni dei lavoratori che, invece, toccano con mano quotidianamente quanto accade in tutto il Paese.

La tragedia del vercellese ha fatto accendere i riflettori sulle morti bianche e ora, ogni giorno, le notizie delle continue vittime del lavoro ci saltano all’occhio e ci danno il riverbero di quanto la problematica sia grave e sempre attuale. Dopo Brandizzo ci sono state vittime in provincia di Catanzaro, nel Varesotto e ancora ad Ancona e nel Viterbese, fino ad arrivare all’ennesimo incidente in fabbrica. Due giorni fa a Casalbordino (in provincia di Chieti) una detonazione alla Sabino Esplodenti – una fabbrica di smaltimento esplosivi – è costata la vita a tre operai. Stessi eventi erano stati fatali ad altri colleghi nel 2020 sempre alla Sabino Esplodenti e per cui, sui responsabili, ora, pende un processo. Gli anni passano e la musica non cambia: non sono stati sufficienti i cortei degli operai e dei sindacati e i vari appelli che a seguito di ogni tragedia si sono fatti avanti.

Non bastano neanche le visite istituzionali nei luoghi delle tragedie e i messaggi in cui – giustamente – si afferma anche da parte delle massime cariche dello Stato di non stare facendo abbastanza. E così, mentre l’assemblea del Senato (mercoledì 13 settembre) ha approvato all’unanimità – con 139 voti senza contrari o astenuti – la mozione unitaria sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, decine di lavoratori continuano a morire. Il testo, che si compone di dieci punti, “impegna il Governo ad attivarsi per contrastare la serie sanguinosa di decessi e infortuni che si verificano con cadenza giornaliera in danno dei lavoratori sul territorio nazionale”.

Perché, appunto, ogni giorno si contano i morti: anche ieri, in appena 24 ore, sono stati cinque i decessi registrati. Nella notte, a Bologna, un operaio di 52 anni è morto in aeroporto dopo essere stato investito sulla pista, mentre stava lavorando al rifacimento del manto stradale. Ad Arzano (in provincia di Napoli) nella mattinata di ieri ha perso la vita un 44enne che stava lavorando all’installazione di un pannello fotovoltaico, precipitando da un capannone da una altezza di dieci metri. Sempre a Napoli un operaio 66enne, responsabile della raccolta dei rifiuti, è stato investito da un camion in uscita dal deposito. Al porto di Salerno due operatori marittimi sono stati investiti da un camion: uno dei due è morto sul colpo, mentre l’altro è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno. Stessa sorte per due operai caduti all’interno di una cisterna nella cantina Ca’ di Rajo a San Polo di Piave (Treviso). Uno è rimasto ferito ed è stato trasportato in ospedale, mentre il collega.

Cinque morti in poco più di un giorno che confermano la media dei decessi che emerge dai dati resi noti dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering. Secondo il report dell’Istituto da gennaio a luglio del 2023 le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 344.897, con un calo del 21,9% rispetto alle 441.451 del periodo gennaio-luglio 2022. Di queste, 559 sono state mortali: ciò mostra una media – nei primi sette mesi dell’anno – di oltre tre vittime al giorno. Un dato che rispetto allo stesso periodo del 2022, in cui si erano registrato 569 decessi, ha una leggera flessione, del -1,8. Tra le 559 denunce più recenti di infortuni mortali, 430 sono avvenuti in occasione di lavoro e 129 in itinere, cioè durante il tragitto casa-lavoro o viceversa. Nella gestione Industria e Servizi, che comprende i settori più a rischio, si sono registrati 484 casi. Numeri altissimi che però fanno strabuzzare gli occhi solo quando la tragedia è eclatante, come il caso di Brandizzo di fine agosto, o come l’incidente nella fabbrica di Prato dove nel 2021 ha perso la vita la 22enne Luana D’Orazio. Eppure, servono anche questi. Non solo a far luce, ma anche ad azionare, auspicabilmente, qualche meccanismo di intervento.


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