Politica

 “Anarchici? Sono quattro gatti Ma fra sanzioni alla Russia e 41bis la rivolta può montare”

di Edoardo Sirignano -


“Il problema non sono quattro gatti, di cui la maggior parte innocui, ma piuttosto il risentimento generato dalle sanzioni inflitte alla Russia. È in atto quel processo di proletarizzazione della borghesia, previsto da Marx”. A dirlo lo storico Angelo d’Orsi.

 

Come vede questo ritorno degli anarchici?
Una batouage giornalistica. Stiamo parlando di una forza residuale, minimale, che ha sempre patito l’essere poco considerata o addirittura esclusa dal mondo della sinistra. Sono sempre stati visti con sufficienza o addirittura con un certo disprezzo dai progressisti. Parlare di organizzazioni anarchiche è quasi ridicolo. Sono associazioni disorganizzate. Quanto accaduto, negli ultimi giorni, è più una montatura politico-giornalistica che un’azione sistematica.

 

Cosa ne pensa del presidio di Roma?
L’ho visto. La mobilitazione delle forze di polizia è stata assurda. In altre zone di Roma c’è una movida violenta, che spacca le vetrine e rompe le bottiglie. Nessuno è intervenuto. Per una cinquantina di persone, che non facevano niente, al contrario, è stato messo in atto un vero e proprio assedio.

 

Qualcuno parla addirittura di attentati…
Mi sembra ridicolo, ma anche grave che si utilizzino certe espressioni. Significa aumentare la tensione. Viene riacceso un faro sugli anarchici, che invece sono quattro gatti, di cui la maggior parte innocui, Hanno diritto di esprimersi? Vanno perseguiti, soltanto, se commettono reati. Non parliamo, però, di un qualcosa che può incutere timore alla Repubblica, alla democrazia.

 

Detto ciò, però, non ritiene che in un periodo caldo come quello attuale, dove l’inflazione supera il dieci per cento, possa esserci un ritorno nelle piazze, un nuovo autunno caldo?
La situazione è grave. Non c’è dubbio. Sono in difficoltà sia i ceti popolari, sia una parte di classe media, che si vede sempre più declassata. È in atto un processo di proletarizzazione della borghesia, tra l’altro previsto da Marx. Un qualcosa, aggravato prima dal biennio della pandemia e poi dalle sanzioni inflitte alla Russia, le cui conseguenze le stiamo pagando solo in Europa. Il tutto a beneficio degli Stati Uniti. In questo quadro, quindi, certamente c’è spazio per iniziative. Viviamo una situazione che genera risentimento. Gli storici sanno che quest’ultimo può provocare reazioni forti. Sono i governi a giocare col fuoco. Non possiamo dare certamente la colpa ai manifestanti. Bisogna, piuttosto, aspettarsi delle proteste sempre maggiori.

 

L’allarme, lanciato dai servizi segreti, che avevano preannunciato possibili disordini, è reale?
Assolutamente! Abbiamo visto cosa sta succedendo in Francia. Non si può pensare di gettare scintille nella prateria senza provocare un incendio.

 

È in atto una discussione sul 41 bis. Va tolto oppure no?
Non sono un esperto della materia. Il 41 bis è nato in una situazione di emergenza, le stragi mafiose dei primi anni 90. Allora è stato uno strumento efficace per dare un colpo a Cosa Nostra, che comunque è tuttora viva e vegeta. Non so, oggi, se vada eliminato o meno. Una cosa è certa, deve essere utilizzato con estrema cautela. Non si può applicarlo a un uomo innocuo come Cospito. Mi risulta che abbia fatto gesti sconsiderati, che però non possono essere messi sullo stesso piano di stragi mafiose o terroristiche.

 

Donzelli in Parlamento dichiara la sinistra è con i terroristi. È d’accordo?
Ogni tanto qualcuno si ubriaca e dice stupidaggini. Da uomo di sinistra, anche se su posizioni molto mie, trovo queste parole un’infamia insopportabile. Cospito è solo un soggetto che ha fatto dei gesti sbagliati e stupidi.

 

Il parlamentare di Fdi, però, accusa alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico di aver avuto colloqui con il mondo anarchico…
Andare in galera e informarsi dello stato di detenzione di un carcerato è un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Anche io ho fatto interviste a estremisti di destra o terroristi delle Brigate Rosse. Questo, però, non significa che abbia mai condiviso le loro idee.

 

Si tratta probabilmente di un metodo per conoscere un mondo che sembra distante…
Certamente! Se mi precludo la possibilità di parlare con chi non la pensa come me, come faccio a capire. Gramsci invitava i compagni a mettersi nei panni dell’avversario con cui discutere. Un esercizio utile a capirne le ragioni, anche per combatterlo. Mi sembra uno sforzo di igiene mentale e di apertura.

 

Analizzando quanto accaduto negli ultimi giorni nel Paese, possiamo dire che l’arresto di Matteo Messina Denaro ha aperto una ferita che sembrava chiusa?
Il circo mediatico sta prendendo il sopravvento sulla realtà. Tutti sapevano dove era il boss. Non c’è stato un arresto, ma semplicemente si è consegnato allo Stato. Non mi sembra un evento eccezionale il ritrovamento di una pistola nel covo di un mafioso. Al contrario, doveva esserci maggiore indignazione nel vedere trolley di parlamentari europei pieni di banconote. Parlare di anni di piombo, vuol dire generare un clima di terrore, di cui l’Italia non ha bisogno. Abbiamo affrontato una pandemia che non è ancora finita, stiamo pagando gli effetti guerra che mettendo in ginocchio la nostra economia. Non capisco, perchè, rendere il tutto ancora più difficle. Molinari mi sembra voglia trasformare Repubblica nel ministero della paura.

 

Che idea si è fatto sul conflitto in Ucraina?
Si sta reagendo, non solo dimenticando la Costituzione, ma rinunciando alla sovranità nazionale. Mi meraviglio che chi a chiacchiere si definisce sovranista, nei fatti si posizioni sulla stessa linea di Draghi, di chi intende sottomerci a Usa e Nato. È un fatto molto grave. Il resto è una montatura giornalistica.


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