Cronaca

“Anche giudici nella sua rete e pentiti inascoltati Le intercettazioni servono”

di Edoardo Sirignano -

NICOLA MORRA POLITICO


“Il mondo della loggia Scontrino è frequentato anche da magistrati”. A dirlo Nicola Morra, ultimo presidente della commissione Antimafia.

 

Più di qualcuno si chiede perché l’ultimo boss degli stragisti viene preso solo dopo trenta anni?
Sono dubbi legittimi.

 

Stesso discorso vale per i suoi rapporti con la massoneria?
Mi viene da ricordare la pista Report che portava ad alcuni proprietari di immobili in cui il Cnr di Capo Granitola aveva allocato gli uffici dell’Iamc. Il 25 maggio, in quel di Trapani, stavamo ascoltando iscritti a logge del castelvetranese al fine di appurare alcune ipotesi. Il problema, però, è che quell’audizione, fatto unico nella storia dell’organo, fu sospesa per la presenza di soggetti che non avevano titolo a trovarsi laddove sono stati trovati e cioè nella sala prospiciente a quella ove si svolgevano i colloqui, per loro natura sottoposti a regimi di secretazione.

 

Cosa successe dopo quell’episodio?
Fu presentata una relazione alla Questura e furono informati sia la Procura che il Viminale. Ad ora non sono mai stato contattato da nessuna autorità per riferire sull’accaduto. Guarda caso erano massoni sia quelli che venivano uditi, sia quelli che potevano ascoltare illegittimamente.

 

È l’unica coincidenza con il mondo delle logge?
La dottoressa Principato, in un’intervista, ricordò che un suo collaboratore, presumo Tuzzolino, avesse messo sulla pista giusta il pool che indagava sulla latitanza, in relazione a protezioni, che avrebbe avuto da parte di ambienti massonici. L’allora procuratore capo di Palermo, però, decise di non sposare l’ipotesi. Fece, poi, arrestare finanche Leo Sutera, uomo che poteva essere decisivo per arrivare alla cattura di Matteo Messina Denaro, come la stessa dottoressa Principato ha ricordato. Abbiamo, in seguito, scoperto che Tumbarello, il medico del boss, è stato sospeso dal Goi. Ci sono, quindi, più soggetti che rinviano al mondo dei grembiuli. Stiamo parlando, d’altronde, di una provincia, che ha un’altissima presenza di logge rilevanti.

 

Detto ciò, c’è altro che non quadra?
La stessa commissione Antimafia, nel 2019, ha desecretato documenti relativi a un’audizione di Borsellino, che ricordava di aver cercato di ottenere il sequestro, attraverso misure preventive, del patrimonio della famiglia Messina Denaro. Sorveglianza speciale e misure patrimoniali per il padre del capoclan Francesco. Questa richiesta fu rigettata, rendendo nei fatti inutile il lavoro di Borsellino, che invece avrebbe impedito al figlio del boss di diventare il mito Matteo Messina Denaro.

 

Possiamo dire, quindi, che l’operazione si poteva fare prima?
Quanto rivelato da Baiardo deve far ragionare. Non penso fosse dotato del dono della profezia.

 

L’arresto apre un dibattito sulle intercettazioni…
Non mi permetto di giudicare l’uso che ne fa l’inquirente. Detto ciò, ridurle vuol dire depotenziare l’azione di contrasto alle mafie. Si può tranquillamente ridurre la spesa per le intercettazioni, internalizzando questi servizi attualmente appaltati a ditte esterne, con tutti i problemi di sicurezza che ciò comporta. Lo Stato deve reagire fornendo credibilità, istruzione, cultura, lavoro e serietà.

 

Quando si può dire che è stata persa la serietà?
Se va a riprendere atti giudiziari relativi alla loggia Scontrino, emerge che la stessa era frequentata non solo da politici, ma anche da uomini importanti della società trapanese e in modo particolare da alcuni magistrati. Ciò è possibile evincerlo negli atti del processo per la morte di Rostagno, celebratosi a Caltanisetta. Il dottor Palmeri, adesso procuratore capo a Enna, querelò tre giornalisti e due suoi colleghi magistrati solo per aver ricordato come il professore Grimaudo, ispiratore della loggia, avesse fatto lavorare, in corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione, l’allora fidanzata, nonché per aver aiutato la moglie del giudice Lombardo, come si evince da ulteriori notizie di stampa.

 

Cosa ne pensa, invece, di come il ministro Nordio intende riformare la giustizia?
La presunta riforma dovrebbe essere innanzitutto definita. Da quel che sembra, Nordio vorrebbe riprendere la Cartabia, che il sottoscritto, uno dei pochi, non ha votato. Stiamo parlando di un provvedimento che ha reso il procedimento penale ancora più eccentrico ed estemporaneo. Non mi sorprende, pertanto, che la stessa maggioranza stia ragionando sulla necessità di intervenire. Sarebbe paradossale che Fdi mantenesse i presupposti di una legge, che non ha votato.

 

Cosa Nostra è stata sconfitta?
Il problema non è il capo, ma l’esercito. Vorrei ricordare che Matteo Messina Denaro ha scelto come avvocato di fiducia la nipote. Il 41 bis, quindi, viene eluso attraverso l’impiego di legali che sono essi stessi congiunti del detenuto e parenti di altri condannati per reati mafiosi. Cosa Nostra sarà sconfitta non da magistrati o agenti di polizia, ma da maestri elementari, come d’altronde predicava da tempo il dimenticato Gesualdo Bufalino.

 

Nel carcere di massima sicurezza del capoluogo abruzzese, quindi, ci sono i presupposti per una nuova Trattativa?
Non lo so. Tendo a escluderlo. Quando si spegneranno i riflettori, si potrebbe produrre una normativa utile a favorire le organizzazioni, ma questo è tutto da vedersi. Il vero problema è che si parla di mafia solo quando ci sono arresti e stragi, non sempre e ovunque, come diceva Borsellino. Il problema ora sono le evoluzioni in campo economico delle mafie. Dovrebbero, ad esempio, essere rivisti i codici economici, essendo diventati i clan grandissimi network finanziari.

 

Come cambia l’organizzazione di Cosa Nostra?
Matteo Messina Denaro non solo ha investito in criptovalute, ma nell’eolico, nel traffico di opere d’arti, nella sanità. È un uomo che ha dimostrato grande capacità imprenditoriale.


Torna alle notizie in home