Economia

Anche il Canada taglia fuori la Cina dal 5G: “Questione di sicurezza”. Ma Pechino non ci sta

Il governo cinese: “Violazione delle regole di mercato e del libero scambio”

di Adolfo Spezzaferro -


Pechino si scaglia contro il Canada per aver tagliato fuori i giganti delle telecomunicazioni Huawei e Zte dalla costruzione della rete 5G nazionale. Per il governo cinese la decisione del Canada costituisce una violazione delle regole di mercato e del libero scambio. Lo rende noto l’ambasciata cinese a Ottawa, che trova “infondata” la decisione di escludere le due aziende sulla base di considerazioni legate alla sicurezza nazionale. La Cina annuncia che condurrà un’attenta valutazione della procedura di esclusione da parte del Canada e che “adotterà ogni misura necessaria a tutelare diritti e interessi delle società nazionali”.
Nel dettaglio, il governo canadese ha annunciato ieri il divieto di installazione sul territorio nazionale delle apparecchiature per il 5G prodotte da Huawei Technologies Co. e Zte Corp. L’annuncio giunge al termine di una revisione di sicurezza durata quasi quattro anni, durante i quali non sono mancate tensioni tra il Canada e la Cina. Ebbene, le autorità canadesi hanno stabilito che le apparecchiature prodotte dai due colossi cinesi costituiscono un rischio per la sicurezza nazionale. Gli operatori nazionali di telefonia mobile che ne hanno già installate sul territorio canadese – a partire da Bce Inc. – dovranno rimuoverle entro giugno 2024. Peraltro, viene chiarito, non otterranno alcun rimborso dallo Stato. Per quanto riguarda la tecnologia 4G invece, gli operatori avranno tempo fino al 2027 per rimuovere le apparecchiature cinesi.
La mossa contro Pechino fa del Canada l’ultimo tra i cinque Paesi anglofoni membri dell’alleanza d’intelligence Five Eyes – Usa, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda – ad assumere una posizione ufficiale contro l’impiego di sistemi di fabbricazione cinese nella futura rete 5G nazionale. Come è noto, Washington sostiene da anni che l’utilizzo di stazioni base e altri sistemi per la telefonia mobile di fabbricazione cinese esponga i Paesi utilizzatori alle attività di spionaggio della Cina.
La decisione, attesa da tempo, era stata ritardata dal governo canadese per via delle tensioni diplomatiche tra Ottawa e Pechino, in seguito all’arresto nel 2018 del direttore finanziario di Huawei, Meng Wanzhou, su richiesta degli Stati Uniti. Il Canada è rimasto in silenzio dopo che la Cina ha imprigionato il diplomatico Michael Kovrig e l’uomo d’affari Michael Spavor come rappresaglia per l’arresto di Meng. Tutti e tre sono stati rilasciati nel settembre 2021 dopo che Meng ha raggiunto un accordo con i procuratori statunitensi sulle accuse di frode.
Gli Stati Uniti dal canto loro da tempo facevano pressione sul governo di Trudeau, per negare alla compagnia cinese un ruolo nella costruzione dell’infrastruttura 5G del Paese, che secondo Washington “consentirebbe a Pechino di spiare i canadesi più facilmente”. Huawei è il più grande fornitore globale di apparecchiature di rete per società di telefonia e Internet. Un primato che ha scalzato – guarda caso – tra le altre, proprio le aziende Usa.


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