Ancora tensione in Giunta per le autorizzazioni sul caso Almasri
Il relatore Giannassi (Pd) favorevole al processo per i tre componenti del governo
Giornata ad alta tensione ieri in Giunta per le autorizzazioni alla Camera, dove gli sviluppi giudiziari del caso Almasri hanno aperto già da diversi giorni più di un fronte di scontro tra maggioranza e opposizione. Federico Giannassi, deputato Pd e relatore sul caso che vede la richiesta di processo per i ministri Nordio e Piantedosi e per il sottosegretario Mantovano, ha chiesto alla Giunta di concedere l’autorizzazione a procedere perché, a sua detta, i tre esponenti del governo non avrebbero “perseguito né un interesse costituzionalmente rilevante né un preminente interesse pubblico”, ma semplicemente “compiuto una scelta di mero opportunismo politico”. Il voto in giunta è programmato per il 30 settembre, mentre quello dell’aula è stato calendarizzato il 9 ottobre.
La tesi del relatore e le reazioni
Per Giannassi, “la debolezza del governo” da un lato e, dall’altro, il fatto che la loro “condotta ha determinato una grave violazione degli obblighi internazionali dell’Italia e ha compromesso l’interesse superiore della comunità internazionale”, non sono argomenti tali da giustificare l’immunità. Parole che hanno suscitato l’immediata reazione della maggioranza da cui è partita l’accusa al relatore di aver politicizzato il caso per degli evidenti pregiudizi nei confronti del governo. Una considerazione che dall’opposizione, in particolare da Pd che ha inteso fare quadrato attorno al proprio esponente, è stata bollata come un attacco “grave e inaccettabile”, nonostante dalle parole di Giannassi si evinca oggettivamente un giudizio politico che va oltre il merito della questione.
Il nodo Bartolozzi
Ma non è tutto, perché nella Giunta per le autorizzazioni della Camera ci sono stati anche altri momenti di scontro sul caso Almasri, questa volta attorno alla figura di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro Nordio. Essere entrata a conoscenza ‘a mezzo stampa’ e non per le vie ufficiali dell’acquisizione da parte della Giunta della risposta sulla posizione della dirigente, richiesta la scorsa settimana alla procura di Roma, non è piaciuto alla maggioranza, che non ha mancato di stigmatizzare le anticipazioni fornite dal presidente della Giunta Devis Dori. E sul fronte delle polemiche non è ancora tutto. Oltre alla conferma del procuratore Francesco Lo Voi delle indagini a carico di Bartolozzi per false dichiarazioni ai pm, con la precisazione che si tratta di un reato non in concorso con quelli per i quali sono indagati Nordio, Piantedosi e Mantovano, c’è stato un altro elemento che riguarda ancora la capo di gabinetto del ministero della Giustizia che ha fatto discutere: il suo iniziale coinvolgimento nel fascicolo aperto dal Tribunale dei ministri a carico dei tre esponenti del governo, prima che la sua posizione venisse stralciata. Sul punto la maggioranza è intenzionata a vederci chiaro, tanto più che il decreto di stralcio non risulta tra i documenti trasmessi dai magistrati alla Giunta per le autorizzazioni sul caso Almasri. Circostanza che Pietro Pittalis, componente dell’organismo parlamentare giudica come “singolare”. Il tema, in effetti, è tutt’altro che secondario perché riguarda la possibilità di estendere lo scudo della richiesta dell’autorizzazione a procedere anche a Giusi Bartolozzi.
Reato connesso o autonomo?
Per farlo bisogna innanzitutto dimostrare una connessione tra i presunti reati contestati a Carlo Nordio e quello per il quale risulta indagata la sua capo di Gabinetto, così che anche su di lei debba essere la Giunta per le autorizzazioni ad esprimersi su un eventuale processo. Per Pittalis la questione è pacifica: “C’è una contestazione di aver fornito informazioni mendaci nei confronti della dottoressa Bartolozzi, in relazione a dichiarazioni rese per coprire il reato che sarebbe stato commesso dal ministro della Giustizia secondo la prospettazione accusatoria. Mi pare evidente che ci sia una connessione”. Non è così per il Tribunale dei ministri che nell’alveo degli approfondimenti richiesti dalla Giunta per le autorizzazioni della Camera si è detto non competente rispetto alla posizione di Giusi Bartolozzi. E non è così neanche per Devis Dori che continua a ripetere che nella Giunta che presiede non c’è nessun caso Bartolozzi. “Dire che non esiste un caso Bartolozzi è davvero censurabile – è però l’opinione dell’azzurro Pittalis – perché il collega Dori può esprimere un’opinione sua personale ma non in qualità di Presidente. È la Giunta che decide se c’è o meno, non lo decide lui. Ecco perché vogliamo prima acquisire tutti gli atti, così da avere una informativa compiuta anche della posizione della dottoressa Bartolozzi, all’esito della quale determineremo le iniziative da assumere”. Iniziative che potrebbero prevedere anche la richiesta di un conflitto di attribuzione sollevato dalla Camera dinanzi alla Consulta, tanto più dopo la nota del procuratore Lo Voi che riporta anche le motivazioni per le quali nei confronti di Bartolozzi non ci sarebbe l’obbligo di richiedere l’autorizzazione a procedere.
Torna alle notizie in home