Economia

ANDAMENTO LENTO

di Giovanni Vasso -

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Andamento lento. L’Italia va piano quest’anno e andrà pianissimo il prossimo. Fitch prevede, per il nostro Paese, una crescita inferiore a quella dell’Eurozona. Con la quale, però, condivide l’andamento. Lento, appunto. Secondo l’agenzia di rating, che ieri ha pubblicato il global outlook, l’economia italiana crescerà, nel 2023, di mezzo punto ma, nel 2024, la performance non andrà oltre il +1,3%. Quest’anno dovrebbe andare un po’ meglio rispetto al previsto (+0,6%) ma il prossimo si presenta come una delusione dal momento che, per Fitch, il governo dovrebbe attuare una politica fiscale “più restrittiva” dopo aver concesso aiuti mirati per il caro energia a favore delle fasce di reddito più basse. Gli analisti confermano che il risparmio delle famiglie, compatibilmente con la situazione attuale, resta alto ma, contestualmente, temono un nuovo aumento della disoccupazione già salita al 7,9% a gennaio. Per quel che riguarda il mondo del lavoro, l’Italia è ritenuta abbastanza flessibile e, con ogni probabilità, non si innescherà alcuna spirale per gli stipendi. Insomma, i salari non saliranno per far fronte agli aumenti. Così come ha chiesto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e, soprattutto, come impone la Bce.
A proposito di Europa, le cose potrebbero andare sicuramente meglio nell’eurozona. Le stime di Fitch prevedono un aumento dello 0,8% del prodotto interno lordo continentale per il 2023. Ma il 2024 sarà una catastrofe. Un anno fa, nel 2022, l’agenzia di rating stimava una crescita dell’1,8%. Oggi, invece, Fitch non ritiene che l’economia europea possa crescere oltre uno striminzito 1,4%. Si cresce quest’anno e si lascerà qualcosa sul terreno del 2024. Gli analisti dell’agenzia di rating newyorchese hanno apprezzato la resilienza dell’Europa di fronte allo choc energetico. L’impatto è stato minore rispetto alle stime iniziali, scrivono da Fitch, ma “gli effetti ritardati della stretta monetaria si profilano maggiori”. La spirale dei tassi al rialzo, dunque, potrebbe scatenare effetti importanti, e depressivi, sul Pil Ue nel 2024. Su questo argomento, l’agenzia di rating dà una buona notizia all’Italia. E afferma che l’aumento del costo del denaro peserà meno sull’economia italiana che dovrà affrontare effetti minori rispetto a quelli attesi negli altri Paesi dell’eurozona. Infine, nel 2023, si dovrebbe iniziare a intravedere i primi effetti della stretta Bce e, in Italia, dovrebbe iniziare a calare l’inflazione.
Se l’Italia e l’Ue balbettano, il mondo continuerà a correre. La stima di Fitch è che il Pil globale salirà di due punti quest’anno. Ciò “grazie” al grande ritorno della Cina che, archiviata la stagione delle restrizioni Covid, si prepara a riprendersi il ruolo da protagonista. Ma peserà, in positivo, anche la resilienza dei consumatori Usa. Che, nonostante l’inflazione e le difficoltà, hanno continuano a spendere e spandere, aumentando i consumi anziché limitarli come accaduto altrove, tipo in Italia. Pechino aumenterà il Pil del 5,2% quest’anno (la stima iniziale era del 4,1%), Washington “sale” da 0,2 a 1%. L’America, inoltre, gode di un importante aumento dell’occupazione che accompagna la clamorosa crescita dei consumi. Gli Stati Uniti, però, hanno poco da festeggiare. Fitch sentenzia: la recessione americana non è scongiurata ma solo ritardata. Da New York restano sicuri: il terzo trimestre di quest’anno sarà esiziale per l’economia statunitense.


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