Attualità

Cavallari catturato a Barcellona dopo la fuga post-laurea

Era latitante da due settimane dopo essere uscito dal carcere con un permesso-premio

di Giorgio Brescia -


Catturato a Barcellona Andrea Cavallari, non rientrato in carcere due settimane fa dopo essersi laureato. Un successo del Nir, il nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria al lavoro incessante da giorni con il Servizio centrale e il Nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna e di Ancona.

La fuga all’estero

Andrea Cavallari, 26 anni, era stato condannato a 11 anni e 10 mesi per quella ormai nota come la strage di Corinaldo avvenuta nella discoteca Lanterna Azzurra nel 2018: era latitante, era scomparso subito dopo la sua fuga avvenuta il 3 luglio scorso.

Il permesso premio

Cavallari era scappato durante un permesso premio per discutere la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, uscendo dal carcere bolognese della Dozza senza scorta penitenziaria e accompagnato solo dai familiari.

Dopo la discussione della tesi e un pranzo di festeggiamento con la famiglia, Cavallari era salito su un’auto con due persone non identificate, uscendo poi dal raggio d’azione delle forze dell’ordine.

Gli inquirenti non avevano escluso che Cavallari potesse essere fuggito all’estero. alcune voci accreditavano la possibilità di una destinazione verso l’Europa dell’Est o altre zone strategiche, ma non c’erano state conferme ufficiali dalle indagini subito partite e dal monitoraggio di familiari e amici dell’evaso, a partire dalla fidanzata, poi ritenuta estranea al suo allontanamento.

Le indagini sui complici di Cavallari

La sua cattura a Barcellona non chiude l’inchiesta in corso e anzi ne costituisce un passo importante per il suo allargamento alla rete di complicità. La Procura di Bologna aveva aperto un fascicolo per favoreggiamento.

Le ricerche si erano concentrate in particolare tra Bologna e la Bassa Modenese (zona di origine di Cavallari), dove secondo gli inquirenti avrebbe potuto contare su supporti logistici o familiari.

E la fuga aveva riacceso il dibattito sui permessi premio concessi a detenuti condannati per reati gravi, sollevando perplessità sull’assenza di sorveglianza durante l’uscita.


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