Cultura & Spettacolo

Andrea D’Andreagiovanni oggi a teatro e presto in tv

di Nicola Santini -


Fino a domenica 23 aprile, al Teatro Cometa Off di Roma, è in scena “Si stava peggio quando si stava meglio”, una commedia di Marco Giannini e Marco Vincis, diretta da Daniele Coscarella, con Andrea D’Andreagiovanni, Marco Giannini, Simone Gallo e Marco Vincis. D’Andreagiovanni si racconta a L’Identità.
Un nuovo spettacolo e una nuova avventura al Teatro Cometa Off a Roma. Di cosa si tratta?
Sono in scena insieme a Simone Gallo, Marco Vincis e Marco Giannini, con la regia di Daniele Coscarella con una commedia agrodolce scritta da Marco Vincis e Marco Giannini. “Si stava meglio quando si stava peggio”, una storia di 4 attori completamente diversi fra loro che nel 1940 vogliono portare in scena uno spettacolo, ma logicamente siamo nella seconda guerra mondiale, ce la faranno? Purtroppo è un tema terribilmente attuale visto quello che sta succedendo.
Come è nata la tua passione per questo mestiere?
Il mio amore per la recitazione ma più in generale per lo spettacolo è stata una lampadina che si è accesa nel 1999. Ero in un albergo in montagna, in settimana bianca, sono salito su un palco per la prima volta nella classica serata ospiti, avevo inventato e montato uno sketch di cabaret. Quella è stata la scintilla che mi ha fatto decidere di passare più tempo possibile su un palco. Così decisi di partire in animazione per stare ogni sera su un palcoscenico. Dopo qualche anno quando ho capito che l’ animazione non mi bastava più e che potevo seriamente stare su un palco, che potevo recitare per professione, ho deciso di frequentare una scuola di recitazione, prima nella mia città a Pescara per poi trasferirmi direttamente a Roma e frequentare un’accademia per diventare un professionista.
Che ricordi hai del tuo primo ruolo? Come ti sei preparato?
Il mio primo ruolo è stato un pezzo di cabaret scritto da me, un personaggio che ho portato al teatro Sistina, al teatro Parioli, in diversi teatri d’ Italia insieme a Pino Insegno e a un gruppo di ragazzi della sua accademia, quella che ho frequentato a Roma, la “Corrado Pani”. Essendo Cabaret, quindi una cosa “leggera” la preparazione non è stata chissà quale, ma lo spirito d’osservazione era affilato a dovere, visto che questo personaggio è nato mentre ero in giro per Roma, stavo andando a teatro a vedere uno spettacolo e mi si avvicina un tizio chiedendomi di mettere una firma per la lotta contro la droga. Mentre me lo chiedeva era fattissimo. Da qui è nato il mio primo personaggio, Pippo Spesso.
Quando guardi i colleghi al lavoro, a chi senti di ispirarti?
In realtà non ho attori o attrici che mi hanno inspirato, cerco di “rubare” un po’ a tutti in base a quello che mi serve in quel determinato momento, in quel personaggio che devo interpretare, ma certamente ci sono alcuni che quando li vedo rimango incollato a fissarli idolatrandoli pensando: “cacchio voglio diventare bravo come te, sei un genio, sei un talento micidiale applicato ad uno studio maniacale e minuzioso del personaggio.” E qui in Italia secondo me Pier Francesco Favino è il numero uno.
Tra i tanti progetti, quale conservi con particolare orgoglio?
Cerco di fare tutto ciò che mi piace, quindi di avere gratificazione da tutti i progetti che scelgo di fare, perché ogni persona con cui lavori ti da qualcosa, ti lascia un segno, amplia la tua conoscenza, impari tanto lavorando con persone diverse e più lavori più impari. È questo che amo tremendamente del mio mestiere, sei sempre alla ricerca di qualcosa, devi sempre studiare, devi essere curioso come un bambino che ogni volta sta scoprendo una cosa nuova, è una sensazione fantastica, hai sempre il cervello in movimento, in allenamento, credo sia una sorta di droga per me.
Sarai nella seconda stagione della serie tv Canonico in onda dal 3 maggio su tv2000, quale personaggio interpreti?
In Canonico interpreto Gianluca, il sagrestano della parrocchia, ha la sindrome di asperger, è un personaggio a cui sono affezionato da morire, è un bambino nel corpo di un adulto,lit ha un cuore grande, una sensibià fuori dal comune. È stato bellissimo cercare “i colori” che potesse avere questo personaggio. Spero che canonico possa crescere sempre di più perché è un progetto bellissimo.

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