Cultura & Spettacolo

VISTO DA – Antonia e la terapia dei primi trent’anni

di Riccardo Manfredelli -


“Antonia” trasuda autobiografismo sin dal titolo, dal nome della bisnonna che doveva essere il suo. Per Chiara Martegiani scriverla è stato dunque quasi terapeutico: la serie l’ha aiutata a superare il senso di spaesamento generato dal compimento dei trent’anni («Non sapevo più cosa volevo, né se avrei continuato a fare l’attrice, mentre le persone intorno a me, i miei migliori amici, stavano tutti iniziando a cambiare vita, chi facendo un figlio e chi sposandosi») e a interfacciarsi coraggiosamente con la diagnosi di endometriosi («E’ stato inevitabile farla avere anche a lei, sia perché se ne parla pochissimo, e invece bisogna far capire quanto è invalidante nella vita di tutti i giorni, sia perché per lei poteva essere l’occasione di uno scatto importante»).
Nelle sei puntate che compongono la prima stagione, disponibile su Prime Video dallo scorso 4 marzo, questo “scatto” è però solo accennato: un rinnovo di “Antonia” non è dunque solo auspicabile ma necessario. Martegiani, a lavoro sulla sceneggiatura con Elisa Casseri e Carlotta Corradi, è possibilista: «Se facessimo una seconda stagione mi piacerebbe avere più controllo, perché sento di essere abbastanza pronta per la direzione creativa del progetto (che ha “delegato” per ora al compagno Valerio Mastandrea, ndr.)
A proposito della valenza terapeutica dell’arte ho trovato illuminante la sequenza in cui Antonia si rivolge ad una terapeuta della Gestalt: non è forse l’esercizio della “sedia vuota” la metafora perfetta del lavoro dell’attore? Proverò a proporre questa nuova definizione alla Crusca: “L’attore è colui che, chiamato a dialogare con uno sconosciuto, evocato esclusivamente attraverso le battute scritte sul copione, deve imparare a conviverci, sia pure per un breve periodo”
E se gli Accademici dovessero mostrare qualche perplessità (un po’ li capisco, dopo “petaloso” sono abituati al peggio) porterò come prova schiacciante il racconto che qualche anno fa Valentina Bellè mi ha fatto a proposito dell’esperienza sul set del biopic “Fabrizio De Andrè – Principe Libero” (Luca Facchini, 2018): «Avere tutti i giorni Dori Ghezzi sul set, mi ricordava continuamente la responsabilità che avevo nei confronti del personaggio» e, attenzione qui, «Da allora mi aiuta immaginare tutti i personaggi che interpreto, anche quelli di finzione, seduti dietro al monitor. E’ un grande esercizio».
Altro aspetto interessante di “Antonia”, diretta da Chiara Malta, è che tutti i personaggi vivono un momento di transizione, polli in attesa di diventare galline; Manfredi (Valerio Mastandrea), il cui desiderio di paternità innesca la crisi della protagonista; Radiosa (Barbara Chicchiarelli) e Marco (Leonardo Lidi), i migliori amici, devono ritrovarsi come coppia dopo la nascita della loro prima figlia; Michele (Emanuele Linfatti), che prima di scriverne, dalla vita deve imparare a lasciarsi sorprendere.


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