Cultura & Spettacolo

Antonino Spadaccino di Amici 18 anni dopo sono Tale e Quale

di Nicola Santini -


Diciotto anni dopo il suo trionfo ad Amici, Antonino si è aggiudicato la vittoria della dodicesima edizione di Tale e Quale Show. Il talentuoso cantautore pugliese, che torna in gara domani sera su Rai 1 con il Torneo dei campioni, all’interno del programma condotto da Carlo Conti, traccia con noi un bilancio della sua entusiasmante avventura televisiva.

Antonino, ti aspettavi di essere incoronato vincitore di Tale e Quale Show?
Sono sincero, no. Ho partecipato con ben altri obiettivi. Mi piaceva l’idea di prendere parte all’unico grande varietà della nostra tv, un format che consente di portare in prima serata su Rai 1, rendendoli quindi fruibili a un pubblico vastissimo, i grandi classici della musica italiana e internazionale.

Da anni si faceva il tuo nome come possibile concorrente di questa trasmissione…
È vero, Carlo Conti mi voleva da dieci anni a Tale e Quale. Stavolta, finalmente, ero libero da altri impegni ed è arrivata l’occasione giusta per poter partecipare a un programma che, peraltro, ho sempre amato seguire anche da telespettatore.

Qual è stato l’aspetto più difficile di questi mesi di duro lavoro?
Quello stesso che mi ha regalato anche le maggiori soddisfazioni: studiare e apprendere la teatralità di un’interpretazione. In ogni esibizione ho messo tanto di me, associando la mia cifra, però, a quella della star di cui andavo a vestire i panni. Ho imparato come respira Riccardo Cocciante, per esempio, o come muove le mani Loredana Bertè. Sfumature che consentono di sembrare poi davvero quell’interprete sul palco, anche grazie al lavoro straordinario che fanno i reparti di trucco, costumi e parrucco.

C’è un ricordo particolare che ti lega a qualche compagno di viaggio di questa avventura?
Mi balza subito alla mente un aneddoto che ha a che fare con Gabriele Cirilli (quest’anno nei panni di coach del “ripetente” Francesco Paolantoni con cui ha dato vita a performance esilaranti, ndr). Otto anni fa, mi fermò a un evento a cui partecipavamo assieme e mi disse: “Anto, tu hai una cifra teatrale che ancora non conosci ma che io intravedo chiaramente in te”. Le sue parole mi hanno lusingato perché Gabriele è un artista camaleontico e ci siamo ripromessi in futuro di lavorare assieme. Sarebbe meraviglioso.

Grande protagonista in giuria di questa edizione di Tale e Quale è stato Cristiano Malgioglio. Come è stato lavorare con lui?
È un artista istrionico, grande esperto di musica e una persona che non ha mai paura di dire ciò che pensa.

Carlo Conti che capitano è per il team di Tale e Quale?
Un grandissimo professionista, un maestro di televisione, un uomo dal fare protettivo e garbatissimo. Prima di ogni esibizione si reca a incoraggiare, a raccomandargli di divertirsi e ad augurare buona fortuna a ogni concorrente in gara.

Altro big della nostra tv con cui hai lavorato per tanti mesi è Maria De Filippi, ideatrice e conduttrice di Amici che hai vinto nel 2004. Che cosa hai imparato da lei?
A lavorare sodo e a testa bassa. D’altra parte è lei per prima a farlo. Così come Conti. Maria è una perfezionista, vederla all’opera significa davvero imparare che finché non si raggiunge l’obiettivo che ci si è prefissati si continua a lavorare e a provare in studio senza sosta.

Il sogno di ogni cantante italiano che si rispetti si chiama Festival di Sanremo. Tu hai impegni nei giorni che vanno dal 7 all’11 febbraio 2023?
Ho un disco pronto e Amadeus riceverà da me una piccola rosa di brani rappresentativi di questo mio progetto. Ho delle canzoni in cui credo molto, che mi danno sicurezza perché si muovono esattamente sulle mie corde. Sul web, proprio grazie a Cristiano Malgioglio, si è sollevata un’ondata popolare in mio favore per vedermi all’Ariston. Qualora non ci si riuscisse e non fossi scelto per Sanremo dalla commissione artistica, non appena Amadeus annuncerà i cantanti in gara, farò uscire subito il brano in cui credo di più perché non vedo l’ora di farlo ascoltare alla gente. Per il momento lo tengo chiuso nel cassetto e incrocio le dita.


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