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ARRESTATE PUTIN

di Ernesto Ferrante -

Vladimir Putin


Il presidente cinese Xi Jinping sarà in Russia dal 20 al 22 marzo su invito del presidente russo Vladimir Putin. Ad annunciarlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, citato dall’agenzia Xinhua.
Il Cremlino ha precisato che Xi e Putin discuteranno di “questioni urgenti relative al futuro delle relazioni di partenariato globale e di interazione strategica tra Russia e Cina”. Le parti dovrebbero scambiare opinioni sul modo di rafforzare la loro cooperazione sulla scena internazionale e firmare alcuni importanti documenti bilaterali.
I due leader si sono incontrati l’ultima volta di persona a settembre scorso, a margine di un vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai nella città di Samarcanda.
“Il 21 marzo sarà il giorno dei negoziati”. Si è espresso così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel rivelare l’agenda ufficiale della visita del potente alleato asiatico, la prima dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, in dichiarazioni riportate dal Global Times ha parlato di “vero multilateralismo” e “nulla contro terzi”. Non mancheranno uno “scambio di opinioni sulla cooperazione concreta riguardo questioni di comune preoccupazione” e la promozione “dell’integrazione della Belt and Road Initiative con l’Unione economica eurasiatica”.
“Salvaguardare la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune è il principio della politica estera cinese”, ha affermato ancora Wang ripetendo che “sulla questione ucraina la Cina è sempre stata dalla parte della pace e del dialogo”.
Il portavoce ha rivendicato la “chiarezza” e la “coerenza” della posizione cinese dopo il colloquio tra il ministro degli Esteri Qin Gang e il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba.
La Gran Bretagna ha rivolto un appello al presidente cinese affinché convinca il suo omologo russo a ritirare le truppe dal suolo ucraino. “Se la Cina volesse avere un ruolo sincero nel ripristinare la sovranità dell’Ucraina, noi ovviamente lo accoglieremmo con favore”, ha fatto sapere un portavoce del primo ministro britannico, Rishi Sunak, menzionato dal Guardian.
“Siamo chiari sul fatto che qualsiasi accordo di pace che non si basi sulla sovranità e sull’autodeterminazione dell’Ucraina non sia affatto un accordo di pace”, ha proseguito.
Frena Washington. “Un cessate il fuoco ora è effettivamente la ratifica delle conquiste russe”. A chiudere la porta al dialogo è John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, esprimendo “profonde preoccupazioni” per la mediazione di pace del Dragone, che avverrà in una cornice “di parte e che riflette solo la prospettiva russa”. “Noi non crediamo che questo sia un passo verso una pace giusta e duratura”, ha concluso il portavoce del Consiglio di Sicurezza, avvalorando ulteriormente la tesi di chi ritiene che le sorti del conflitto in corso si decidano Oltreoceano.
La Corte Penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin e la commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova, per “deportazione illegale di popolazione e trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, a danno dei bambini ucraini”.

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