Esteri

Arrestato il sindaco di Hebron. Ben Gvir contro il Belgio per il riconoscimento dello Stato palestinese

I coloni israeliani hanno dato fuoco a terreni agricoli a Sa'ir

di Ernesto Ferrante -


Le Idf hanno tratto in arresto il sindaco di Hebron, Tayseer Abu Sneina. Al momento non sono note le ragioni del provvedimento. Il figlio del primo cittadino, Meza, ha dichiarato ai media che la famiglia non è a conoscenza di dove si trovi attualmente l’uomo. Ieri le Forze di difesa israeliane hanno imposto il coprifuoco nella città della Cisgiordania occupata, dove tutti gli ingressi e le uscite dell’area sono stati bloccati dai militari dello Stato israeliano.

Non solo Hebron nel mirino

I coloni israeliani hanno dato fuoco a terreni agricoli nella città di Sa’ir, a nord-est di Hebron. I violenti, provenienti da un insediamento vicino, l’hanno presa d’assalto, bruciando decine di ettari coltivati a viti, mandorle e ulivi. Gli attacchi in corso da parte dei coloni e delle forze israeliane hanno lo scopo di sfrattare i cittadini locali dalle loro terre per favorire l’espansione degli insediamenti ebraici illegali.

La decisione del Belgio

Anche il Belgio riconoscerà lo Stato palestinese durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri belga Maxime Prévot. “La Palestina sarà riconosciuta dal Belgio durante la sessione Onu. E saranno imposte forti sanzioni contro il governo israeliano”, ha scritto il ministro belga su X. Si infoltisce dunque la schiera di diversi Paesi occidentali, come Francia e Regno Unito, che hanno assunto una decisione simile.

Immediata e violenta la reazione israeliana. I Paesi europei che riconoscono lo Stato palestinese sperimenteranno il terrorismo in prima persona. Lo ha affermato il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir condannando la decisione belga.

“I Paesi europei che si abbandonano all’ingenuità e si arrendono alle manipolazioni di Hamas finiranno per sperimentare il terrore in prima persona. Qui in Israele c’era chi un tempo credeva a tali illusioni e il risultato sono stati stupri, omicidi e massacri. Invece di premiare il terrore, il mondo libero deve unirsi contro di esso”, ha aggiunto il ministro israeliano con parole a metà tra l’avvertimento e la minaccia.

Il tema del riconoscimento della Palestina è stato anche al centro dell’incontro al Policlinico Gemelli di Roma tra la ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian e il capo della Farnesina Antonio Tajani. “Ci siamo concentrati anche sulla necessità di un percorso politico per andare avanti, perché gli aiuti umanitari e tutto quello che i Paesi, e l’Italia oggi, stanno facendo è molto importante. Ma ciò che ha la massima importanza è un percorso politico”, ha spiegato Aghabekian.

“Gli aiuti umanitari e tutti i bisogni – ha continuato – derivano dall’inazione e dall’assenza di una soluzione, proprio a causa della mancanza di un percorso politico. Perciò, il percorso politico è fondamentale, mentre l’assistenza umanitaria è oggi estremamente importante a causa della situazione di emergenza a Gaza. Abbiamo tuttavia bisogno di vedere misure concrete sul terreno, perché solo misure concrete sul terreno ci avvicineranno alla soluzione dei due Stati”.


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