Economia

ARRIVEDERCI IVA

di Giovanni Vasso -


Il Mef sta pensando di cancellare l’Iva su “alcuni beni di prima necessità”. Il viceministro Maurizio Leo svela che l’ipotesi di azzerare l’imposta sul valore aggiunto rappresenta una strada percorribile “perché la normativa europea prevede l’aliquota zero”. La presentazione dell’attività dell’Agenzia delle Entrate nel 2022 ha rappresentato, per il governo, l’occasione per rilanciare sul tema, tanto atteso, della riforma fiscale. Che, per Leo, sarà trattata in consiglio dei ministri tra una settimana. Intanto, il viceministro ha dichiarato che finora sono giunte circa 600mila domande per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Ma ha pure svelato che nei magazzini tributari giacciono, finora inevase, pratiche di riscossione per un valore complessivo stimato in 1.150 miliardi di euro. Cifre enormi, un tesoro che molto difficilmente verrà riportato nelle casse dell’Erario. Perché, secondo il viceministro, la “vera sfida” sta nella “tregua fiscale”. Intanto, spiega, è stato dato mandato di non turbare la “quiete dei contribuenti” ad agosto e dicembre “per fare in modo che in quei mesi non arrivino lettere di compliance”. Ma quello che deve cambiare, secondo il governo, è il rapporto tra il Fisco e il contribuente.
Leo ritiene che “la svolta” sta nel “cambiare verso all’accertamento”. E cioè, dice Leo: “I risultati ci sono ma il tax gap è elevato e per cercare di abbatterlo dobbiamo usare moduli diversi, come l’accertamento concordato preventivo biennale”. In pratica, occorre dare la possibilità al contribuente, che accetta i rilievi dell’autorità fiscale, di non subire ulteriori accertamenti per i due anni successivi alla sottoscrizione dell’intesa.
Il resto, evidentemente, lo si scoprirà tra una settimana. Nel frattempo, il ministro Giancarlo Giorgetti si è detto soddisfatto perché le amministrazioni hanno retto e “il patto sociale” non si è rotto grazie al fatto che i cittadini hanno continuato, nonostante le difficoltà a pagare le tasse in uno dei Paesi con la pressione fiscale più alta d’Europa e forse al mondo (poco oltre il 43%). L’Agenzia delle Entrate, poi, ha snocciolato i suoi numeri. Sono stati recuperati all’Erario poco più di 20 miliardi di euro (20,2) e sono state sventate truffe per ben 9,5 miliardi. Di cui ben 6,3 miliardi legati ai bonus edilizi. Cioè al Superbonus. Il gettito totale delle tasse italiane, nel 2022, è stato di poco inferiore ai 510 miliardi di euro (509,6) e il 92% dei contribuenti ha scelto di denunciare i redditi per via telematica. Intanto, il direttore dell’agenzia, Ernesto Maria Ruffini, ha promesso che ci saranno 11mila assunzioni nei prossimi anni per rimpinguare il personale che, attualmente, lavora con il 40% in meno di operatori a causa dei tagli dovuti alla spending review.
Ma il proposito di azzerare l’Iva sui beni di prima necessità ha da subito monopolizzato l’attenzione nel dibattito. Secondo i consumatori del Codacons, se il governo scegliesse la via dell’aliquota zero, consentirebbe alle famiglie di risparmiare fino a 300 euro all’anno. Però bisognerà valutare bene quale sarà la posizione dell’Ue su una scelta in tal senso. Leo ha spiegato che l’Europa non chiude all’aliquota zero in sé. Il problema è che la Bce ha già affermato, a chiare lettere, che ogni politica di aiuto va rivista e gradualmente abbandonata. Sulla stessa lunghezza d’onda, nei giorni scorsi, anche il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha ripetuto il mantra delle misure da elidere a fronte dei prezzi dell’energia che calano.


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