Esteri

ASPETTANDO GLI F 16

di Ernesto Ferrante -


Per gli aerei da combattimento americani F-16, “è solo questione di tempo”. Lo ha dichiarato il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, in un’intervista alla Cnn. “Arriveranno sicuramente. Purtroppo, nel frattempo, stiamo perdendo la nostra gente mentre combattiamo per la nostra indipendenza”, ha aggiunto Danilov. Kiev si aspetta una massiccia chiamata alle armi da parte di Mosca nei prossimi mesi: “La Russia mobiliterà 300-500mila persone per compiere le operazioni offensive nel sud e nell’est dell’Ucraina nella primavera e estate prossime”, ha affermato Vadym Skibitskyi, vice capo dell’intelligence della Difesa ucraina. Secondo Skibitskyi, “questo dimostra che il Cremlino di Putin non intende in alcun modo mettere fine alla guerra. L’offensiva di Mosca può colpire le regioni di Donetsk e Lugansk e forse quella di Zaporizhzhia. Le truppe russe resteranno in difesa nelle regioni di Kherson e in Crimea”.
Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha rivendicato l’avanzata delle sue forze militari nella zona di Bakhmut e di Vuhledar, nella regione di Donetsk, dove “l’offensiva si sta sviluppando con successo”. Shoigu ha anche annunciato che le armi fornite dall’Occidente sia sulla linea del fronte che lungo le linee di rifornimento, vengono “macinate”.
Il ministro ha avvertito che i rifornimenti di armi da parte dei Paesi della Nato possono “provocare un’escalation imprevedibile”.
Pesante la sua denuncia: gli Stati Uniti e i loro alleati “stanno cercando di prolungare il conflitto il più possibile. Per questo forniscono armi pesanti offensive e chiedono all’Ucraina apertamente di conquistare territorio russo”. In totale sono state liberate sette località, inclusa Soledar, ha precisato il generale di etnia tuvana, sottolineando come nel mese di gennaio le forze ucraine abbiano perso più di 6.500 soldati, 26 aerei da combattimento, sette elicotteri, 208 droni, 341 carri armati e altri mezzi corazzati da combattimento e 40 lanciagranate.
Cinque forti esplosioni si sono succedute nell’area del porto di Mariupol, dove i soldati di Putin avevano recentemente portato sistemi di difesa aerea. A riferirlo su Telegram è stato Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco ucraino della città.
Oleksii Reznikov ha gettato la spugna. Il ministro ucraino della Difesa, ha pubblicato un tweet in cui ha confermato di aver lasciato l’incarico a seguito degli scandali che hanno travolto il suo dicastero. “Grazie a tutti per il supporto e per le critiche costruttive. Traiamo le conclusioni. Continuiamo le riforme. Anche durante la guerra. Stiamo rafforzando la difesa e lavorando per la vittoria. Gloria all’Ucraina!”, ha scritto Reznikov. Il suo posto dovrebbe essere preso dal capo dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov.
“Si inizia vietando, bruciando libri e si finisce bruciando le persone”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto in maniera durissima alle parole dell’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, secondo il quale “il bando sui media russi equivale a una difesa della libertà di parole”. Nel comunicato diffuso su Twitter dal ministero degli Esteri russo, si legge: “Lasciatemi ricordare che l’Europa ha già adottato questa logica una volta”.

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