ASTENSIONISMO: PAGHIAMO LA SCOMPARSA DEI PARTITI
Da anni, ad ogni competizione elettorale, diminuisce il numero dei cittadini che si recano alle urne. Tutti denunciano il fenomeno ma poi non succede nulla. Greta Thunberg direbbe “bla bla bla”. E in effetti è così. La Politica, quella che dovrebbe decidere e fare qualcosa, non fa nulla. Parole di circostanza all’inizio, poi tutto come prima, e gli elettori ridotti a spettatori che si uniformano ad un andazzo che cozza con la democrazia, quella partecipata. A Roma non ha votato quasi il 60 per cento degli aventi diritto. Le cause? Diverse. Certamente la caratura dei candidati, la qualità di scelte non partecipate, spesso sconosciute e che i cittadini avvertono come calate dall’alto. Ma questo non è sufficiente a spiegare un fenomeno che sta toccando livelli di guardia. A suo tempo qualche “Solone”, anche di grandi partiti, si affrettò a dire che nei Paesi moderni non si va a votare in massa. E infatti stiamo toccando con mano dove questa tesi minimalista ci stia portando. Per cui alla fine voteranno per loro stessi solo i candidati e i loro amici! La tesi potrebbe sembrare azzardata ma forse una spiegazione per tanta disaffezione potrebbe venire dalla scomparsa dei Partiti e del sistema proporzionale. Fino al referendum di Mario Segni i Partiti erano una fucina di idee con dibatti e contrapposizioni, anche interne, che si spiegavano come il sale della democrazia. Oggi tutto questo non c’è più. Le sedi, occasioni dove i militanti si incontravano e a volte si scontravano, anche duramente, sono state chiuse; le correnti solo un ricordo di anni che, in omaggio alla modernità, si sono voluti cancellare come il male assoluto; i congressi e le assemblee di partito, nemmeno a parlarne. Oggi tutto ruota intorno al leader, che decide per tutti, e il cui nome compare in grande evidenza sui manifesti e sulle schede elettorali. E il dibattito interno su questo o quel programma da portare avanti? Niente. Decide il Capo e, se non ti sta bene, te ne vai E’ Lui, il Segretario, con una parvenza di Direzione e un manipolo di fedelissimi, a formare le liste elettorali e a decidere quindi chi farà il Sindaco o il Presidente di Regione o andrà in Parlamento E i cittadini? Sono esclusi da tutti i vari processi decisionali e chiamati solo ad avallare con una croce le scelte del Capo. Proprio non poter contribuire a scegliere la propria classe dirigente, come in parte avveniva con il proporzionale, potrebbe essere alla base di tanta disaffezione e spingere molti a restarsene a casa. Ma così non si andrà lontano!
PdA
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