Esteri

Attacco alla diga di Nova Kahhova, Kiev accusa Mosca ma i conti non tornano (Video)

di Ernesto Ferrante -


La diga di Nova Kakhova, nella regione di Kherson, è stata fatta saltare in aria. Il suo danneggiamento, di cui Kiev e Mosca si stanno accusando a vicenda, potrebbe provocare l’inondazione dell’area circostante con gravi rischi per migliaia di persone che risiedono in 80 insediamenti. La diga e il suo bacino garantiscono il rifornimento idrico alla Crimea, annessa alla Russia dal 2014, e alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, oltre ad alimentare la centrale idroelettrica di Kakhovka. E’ stata occupata dai russi subito dopo l’inizio dell’operazione militare speciale e da allora è nelle loro mani.
Ecco il video dell’attacco alla diga

Il sindaco filorusso, Vladimir Leontiev, ha affermato che è stata colpita da un “grave attacco terroristico”. Volodymyr Zelensky ha puntato il dito contro i “terroristi russi”.
I russi hanno rivelato anche il tipo di arma utilizzata dai responsabili: un lanciarazzi multiplo del tipo Olkha in dotazione delle forze armate ucraine che usa munizioni guidate.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di un “deliberato atto di sabotaggio di Kiev” con l’obiettivo ultimo di privare i cittadini della Crimea dell’acqua. Il presidente russo Vladimir Putin è stato informato e “riceve i rapporti del ministero della Difesa su ciò che sta accadendo attorno a Kakhovka”, ha proseguito Peskov.
Secondo il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, la Russia aveva “ovvi motivi” per prendere di mira lo sbarramento artificiale nel sud dell’Ucraina, ovvero creare “ostacoli insormontabili” alla controffensiva.
Imbarazzante è la levata di scudi dei media mainstream occidentali, fulminei nell’assumere una posizione granitica contro la Russia, senza un briciolo di riflessione e doverosa analisi dei fatti. Non contenti di essersi danneggiati da soli il gasdotto Nord Stream, il ponte Kerch e il sito nucleare di Zaporizhzhia, i “figli di Putin” hanno deciso di puntare al bersaglio grosso per inondare le proprie linee di difesa sul versante orientale del fiume Dnipro, più basso rispetto a quello occidentale sotto il controllo ucraino e quindi più esposto ai danni dell’onda d’acqua.
Una mossa talmente intelligente e lungimirante dal punto di vista militare da imporre un nuovo ingresso tra gli eroi nazionali russi, al posto del principe Aleksandr Nevskij: quello del prode Tafazzi.

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