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Australia, domani lo storico referendum sui diritti degli aborigeni

di Martina Melli -


Domani, 14 ottobre, l’Australia sarà chiamata a votare uno storico referendum che potrebbe cambiare definitivamente la Costituzione del 1901. Il voto, che sta spaccando la nazione, costituisce il primo riconoscimento formale per gli aborigeni, un gruppo di circa 984 mila cittadini (tra aborigeni e insulari dello stretto di Torres) che equivalgono al 3,8% della popolazione.

Gli australiani dovranno dunque decidere se modificare o meno la costituzione per riconoscere gli aborigeni e istituire “The Voice”, un organismo indigeno all’interno del Parlamento, che potrà fornire consulenza al governo sulle questioni indigene. The Voice potrà presentare proposte al Parlamento e al governo ma non avrà potere di veto. Il premier di centro-sinistra Anthony Albanese ha invitato la popolazione a mostrare “il meglio dell’Australia” votando “Sì”, e così facendo riconoscere e rafforzare i diritti delle popolazioni indigene all’interno della Costituzione. I sondaggi sulle intenzioni di voto, malgrado gli appelli del premier, danno il “no” in vantaggio: 60% a 40%. I leader dei principali partiti conservatori si sono infatti battuti per il “No”.

Gli aborigeni, che abitano il territorio australiano da circa 60.000 anni, non sono menzionati nella Costituzione e sono in media più poveri, più malati e meno istruiti del resto della popolazione. Hanno inoltre un’aspettativa di vita minore di 8 anni rispetto agli altri australiani. Il cambiamento costituzionale richiede la maggioranza dei voti a livello nazionale e in almeno quattro dei sei stati. I sostenitori sostengono che The Voice porterà rappresentanza, diritti e giustizia agli indigeni, mentre alcuni oppositori ritengono che consacrare un unico gruppo all’interno della costituzione creerebbe divisioni.


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