Ambiente

Auto elettrica emissioni zero costi alle stelle

di Angelo Vitale -


Sul futuro dell’automotive europeo gravano fitte nubi. L’industria automobilistica europea ritorna a far sentire la sua voce nei confronti di una Commissione europea da tempo decisa a non deflettere dalla sua manovra sulle emissioni inquinanti dei veicoli. Lo fa con Acea, l’associazione che è la casa dei 14 principali produttori di automobili, furgoni, camion e autobus: Bmw Group, Daf Trucks, Daimler Truck, Ferrari, Ford of Europe, Honda Motor Europe, Hyundai Motor Europe, Iveco Group, Jaguar Land Rover, Mercedes-Benz, Gruppo Renault, Toyota Motor Europe, Gruppo Volkswagen e Gruppo Volvo. La nuova occasione di allarme, in un rilievo: la proposta di regolamento Euro 7 aumenterà i costi di produzione di automobili, furgoni, camion e autobus. Lo dice uno studio di Frontier Economics che calcola i costi per veicolo fino a circa 2mila euro per auto e furgoni con motore a combustione interna e prossimo ai 12mila euro per camion e autobus diesel. Cifre da 4 a 10 volte superiori alle stime che la Commissione ha fatto nella sua valutazione d’impatto Euro 7, solo 180-450 euro per automobili e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus. Un calcolo, quello di Frontier Economics, che comprende solo i costi diretti di produzione, innanzitutto per attrezzature e investimenti. Questa impennata dei costi non corrisponde automaticamente ai futuri prezzi di acquisto, che probabilmente saranno ulteriormente più alti.
Un allarme che lo stesso nuovo presidente di Acea, il ceo Renault Luca de Meo, aveva già lanciato solo meno di tre mesi fa coniugando la denuncia del rischio di perdere competitività nella fase di trasformazione con l’avvento dell’elettrificazione a un appello ai politici europei per predisporre un ambizioso piano che consentisse all’industria automotive europea di poter continuare a far valere il suo ruolo anche in futuro. E già a febbraio ricordando il valore di irrealtà dei vincoli della nuova normativa Euro 7 in uno scenario ove, a prezzi aumentati dei veicoli in vendita, l’incremento dei costi avrebbe anche scoraggiato gli acquisti, fatto calare il mercato di almeno il 7%, rallentato il ricambio generazionale delle automobili lasciando il parco circolante sempre più vecchio e più inquinante. Quasi una lenta condanna a morte dei marchi europei.
Con le norme Euro 6/VI – questo l’appunto -, l’Ue dispone già gli standard più completi e severi al mondo in materia di emissioni inquinanti e le attuali emissioni di gas di scarico sono già a un livello appena misurabile grazie alla tecnologia dei veicoli più all’avanguardia. Perciò netto il no di Acea: “Siamo impegnati – dice il dg Sigrid de Vries – a ridurre ulteriormente le emissioni a beneficio del clima, dell’ambiente e della salute. Ma la proposta Euro 7 è sbagliata, perché avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a fronte di un costo estremamente elevato”. Da qui, un’apertura, come già de Meo tre mesi fa, alla transizione verso l’elettrico: “Consentirà di ottenere maggiori benefici per l’ambiente e la salute, sostituendo al contempo i veicoli più anziani sulle strade europee con modelli Euro 6/VI altamente efficienti”. Facendo infine notare che la proposta dell’Euro 7 comporterà costi indiretti, come l’aumento del volume di carburante utilizzato. Nel corso della vita di un veicolo, i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20mila euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per automobili e furgoni. Un’ulteriore stangata per chi possiede un veicolo.


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