Cultura & Spettacolo

Autobiografia di un premio Nobel. La dimensione intima della Fisica

di Nicola Santini -


 

Se stessimo giocando ad un gioco letterario dove assegnare una sola parola per designare la chiave di lettura di un libro in questo caso non esiterei e utilizzerei: intimo. Eppure il professor Giorgio Parisi è premio Nobel per la fisica (oltre ad uno sterminato altro elenco di premi), per cui tutto mi sarei aspettato meno che di assegnare questo epiteto. Certo ci sono le sue principali ricerche e ce le spiega sia da un punto di vista teorico che nella loro genesi intellettuale. Infatti il libro procede in ordine cronologico, dalla sua infanzia ad oggi, raccontandoci la sua vita come una autobiografia. Eppure l’elemento che cattura la pagina e la nostra attenzione prima degli aspetti scientifici è la storia, la dimensione narrativa e come detto intima di una vita. Ricorda quello che ha fatto Moehringer con Agassi con lo strepitoso Open (Einaudi): un libro che travalica la dimensione biografica e la settorialità in quel caso del tennis in questo della fisica, per assurgere a letteratura, quindi con i suoi crismi di universalizzazione ed empatia. Le pagine sono asciutte, essenziali, sovente mi sarei aspettato delle aperture prospettiche che invece rimangono sulla carta, credo con l’intenzione di lasciare lo spazio tra le righe del non detto: dopotutto è un libro di scienza per cui la ricerca ne deve essere parte costitutiva, e in questo caso la ricerca di uno sviluppo nella mente del lettore. Ecco un elenco non esaustivo ma esemplificativo di ciò che potrete trovare: i suoi lavori sui vetri di spin e la passione per la danza soprattutto le popolari greche; i lavori sulle glaciazioni e i propositi educativi con i figli; la progettazione di super computer e le ricette come cuoco… insomma passaggi repentini da sacro a profano. Un esempio della scrittura: “Abbiamo chiamato tutto questo risonanza stocastica. Ma stocastico è sinonimo di casuale. Il punto era stabilire che c’era bisogno di inserire, di aggiungere una certa casualità nel sistema che non fosse né troppo grande né troppo piccola, e solo quando è così hai l’effetto di cui stiamo parlando. E qui bisogna anche introdurre l’elemento cosiddetto rumore. (…) Così a volte se vuoi percepire più nitidamente un segnale devi aggiungere un po’ di rumore. Ci sono due ingredienti in tutto questo: una piccola variazione che ti domandi come possa avere grandi effetti e che si sovrappone alla casualità. Il punto era capire come tutto questo potesse amplificare gli effetti. (…) I neuroni sono un buon esempio. Ricevono una serie di input e se il segnale non è sufficientemente forte il neurone non fa niente, se invece è abbastanza forte il neurone si attiva”. Una teoria affascinante che sintetizza il carattere sincretico della personalità di Parisi e di questo libro. Mi ha sempre affascinato la presenza consistente, direi materica, dell’elemento probabilistico in una scienza esatta, che la ammanta di un alone di mistero per i suoi stessi specialisti, e che rende la nostra lettura, il nostro modo di vedere il mondo mutato dai suoi insegnamenti, fantastico nel vero senso del termine. Un consiglio su come leggere questo libro? Stasera uscite, andate a ballare e mentre eseguite una piroetta riflettete sull’energia cinetica, perché se la metafisica è inafferrabile almeno impegniamoci con la fisica!

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