Autonomia fra polemiche e prese di posizione. E ora De Luca apre a Calderoli
ROBERTO CALDEROLI MINISTRO AFFARI REGIONALI
La riforma dello Stato sulla strada dell’autonomia differenziata si sta trasformando sempre di più in uno scontro politico. C’era da aspettarselo. Da chi afferma che il regionalismo è il popolo a chiederlo, com’è successo in Veneto e Lombardia con i referendum di sei anni fa, a chi replica che la riforma Calderoli è strutturalmente sbagliata e spaccherà ulteriormente il Paese. Ecco che le dimissioni dei quattro autorevoli saggi – Giuliano Amato, Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini – del Comitato per la definizione dei livelli essenziali delle prestazione (Clep), tutti intellettuali dell’area di centrosinistra, per il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli (nella foto), rientra in questa dialettica tutta politica mentre dovrebbe essere scremata dalla polemica per andare al cuore dei problemi.
I quattro esperti hanno motivato le dimissioni perché il Comitato non individua i Lep collegati ai diritti civili e sociali, soprattutto in riferimento alle materie ricomprese nell’articolo 116, 3°comma, della Costituzione, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, in relazione al successivo articolo 117 della Carta. Non solo, secondo questa traiettoria le risorse necessarie sono tuttora un’incognita e non si comprende quali servizi si potranno finanziare. Sul punto, però, un altro componente del Comitato, Andrea Giovanardi, docente a Trento di diritto Tributario, osserva che la legge istitutiva della cabina di regia mira “alla realizzazione dell’autonomia e non alla individuazione di tutti i Lep possibili e immaginabili”. Punti di vista, tanto che se l’opposizione Pd e M5S dall’altro giorno con l’uscita di scena dei quattro saggi spara a palle incatenate contro la riforma sostenendo che si tratta del de profundis perché c’è un problema legato ai fondi, dalla maggioranza si replica che il Comitato è rappresentato da altri 57 saggi di diversa estrazione che proseguiranno nel lavoro.
“Dal punto di vista pratico con le dimissioni dei quattro esperti non cambia nulla, pertanto andiamo avanti con il percorso istituzionale verso l’ autonomia regionale, anche perché i 4 hanno ribadito di essere favorevoli al processo autonomista. Non dobbiamo dimenticare che l’autonomia la chiedono i territori: a cominciare dalle Regioni per finire ai cittadini. Per cui dico al ministro Calderoli di andare avanti, perché la gente vuole l’autonomia”, afferma Fabrizio Cecchetti, segretario d’Aula alla Camera dei deputati e coordinatore regionale lombardo della Lega. Agli antipodi la posizione del Pd, anche se alcuni governatori, come Stefano Bonaccini ed Eugenio Giani, sono favorevoli all’autonomia. In una posizione intermedia si segnala il governatore campano Vincenzo De Luca, che parla di una proposta costruttiva per il ministro Calderoli.
Quale? “L’obiettivo di definire finalmente i livelli essenziali delle prestazioni – sottolinea De Luca – è essenziale nel percorso di superamento delle disparità dei servizi fra i nostri concittadini. Ripropongo al ministro l’ipotesi di affidare ad un organismo terzo, autorevole ed efficiente, come l’Ufficio parlamentare del Bilancio, il compito di definire i Lep”. Le dimissioni dei costituzionalisti dal Comitato “segnalano problemi e criticità reali, già previste e sottolineate da noi mesi fa”. L’obiettivo di De Luca è di riportare al centro della sfida autonomista il Parlamento. Affidare all’Ufficio del Bilancio il compito di sbozzare i Lep sarebbe “una prima connessione con l’indispensabile funzione del Parlamento su questa materia”. Dunque non arretrare, conclude De Luca, ma essere propositivi.
Torna alle notizie in home