Attualità

Autostrada fantasma e il Tar promuove la Provincia di Trento

di Ivano Tolettini -


Un nuovo spiraglio per quella che L’identità ha ribattezzato da tempo l’autostrada fantasma, vale a dire la Valdastico Nord, che rimane interrotta da quasi sessant’anni a Piovene Rocchette, nel Vicentino, ma che è al centro di una battaglia legale perché la Provincia di Trento vuole realizzarla con lo sbocco a Rovereto Sud e non vuole sentire ragioni per le critiche a questo progetto da parte dei territori. Da dire che anche le categorie venete, in primis Confindustria e Confartigianato, sono molto favorevoli alla sua realizzazione, ma ritengono che l’uscita a Rovereto non sia la migliore, privilegiando quella verso Trento. La fase di stallo dura da anni, sebbene l’ultima parola sulla costruzione spetterà a Trento e al suo governatore, Maurizio Fugatti. Va spiegato che la differenza in chilometri dello sbocco sulla A22 tra le due soluzioni (Rovereto Sud e Trento/Besenello) non sono molti, si parla di una dozzina. Nel frattempo si gioca una partita nel terreno di gioco del diritto amministrativo tra i favorevoli e contrari. Un passaggio di rilievo è avvenuto nei giorni scorsi da parte del Tar di Trento. Che cosa significa, come affermano i giudici, che finora la Provincia autonoma di Trento non ha leso i diritti dei Comuni capoluogo e Rovereto sul prolungamento della Valdastico Nord in Trentino? Che cosa vuol dire che sul Piano urbanistico provinciale (Pup), che prevede l’allacciamento dell’A31 con l’A22 a Rovereto, un pallino del presidente Maurizio Fugatti per favorire la crescita economica di una parte della provincia che attualmente soffre, il Tar dà ragione alla Provincia respingendo i ricorsi presentati dai due Comuni di Trento e Rovereto, che avevano impugnata la proposta della giunta provinciale di variante al piano urbanistico provinciale in tema di connessioni nel corridoio Est? Di certo c’è che la Provincia ha trovato un varco legale (un’autostrada?) per coltivare un piano ambizioso ma realizzabile, perché i giudici affermano che essa non ha leso gli interessi delle amministrazioni comunali, al contrario ha avviato correttamente le procedure burocratiche del confronto, stabilendo una metodologia e i criteri di analisi della tematica.
“AVANTI CON LA A 22”
“Rispettiamo il confronto e capiamo le ragioni di una dialettica politico amministrativa che talvolta assume posizioni anche decise – afferma il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti -. Ma al tempo stesso è nostro dovere proseguire su una strada ampiamente illustrata ed inserita nel programma di questa come della precedente legislatura. Il confronto comunque naturalmente proseguirà, come previsto dalle normative e con il pieno coinvolgimento delle parti in sede di discussione in aula, una volta che il disegno di legge approderà in Consiglio”. Sul tema era intervenuto anche il governato del Veneto, Luca Zaia, dopo l’inaugurazione della bretella che lo scorso maggio ha collegato la Pedemontana Veneta con la A4 all’altezza di Brendola. Alla presenza dei vertici di A4 Holding, la concessionaria della Brescia-Padova, società che ogni anni totalizza pungui ricavi, il governatore ha sottolineato: “La Regione tifa perché venga realizzata la Valdastico Nord. Abbiamo condiviso il tracciato che riguarda parte del territorio veneto”. Zaia è convinto che “con la realizzazione della nuova arteria avremmo un nuovo valico. Sì, perché la Pedemontana intercetta la Valdastico, quindi potremmo andare verso Trento, e da lì verso il Brennero, come secondo la progettualità originaria”. Della partita fa parte anche la concessione della Brescia-Padova che scadrà nel 2026 ed A4 Holding è già in fibrillazione perché la Regione tramite la Cav vuole tornare proprietaria del tratto della A4 per avere in dote i ricavi che le consentirebbero di guardare al futuro con più tranquillità per il pagamento dei canoni annui della Pedemontana al Consorzio stabile Sis ed evitare la probabile emorragia fino a quando i pedaggi non copriranno l’affitto annuo. Per la Provincia di Trento è attuale il tema del collegamento con il Veneto, quello dei volumi di traffico che interessano la Valsugana e delle esigenze di connessione della Vallarsa e degli Altipiani Cimbri, perché sulla base della variante è possibile una nuova fase partecipativa e pianificatoria che consenta di costruire la migliore infrastruttura di collegamento dal Trentino al Veneto”. Un’opera necessaria.


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