Autovelox, l’invasione: peggio di noi solo Russia e Brasile
Mai fatta una ricognizione e ancora oggi l'Anci nicchia. Sarebbero 15/20mila
Matteo Salvini ci tiene a chiamarla una “straordinaria Operazione verità” e tutti sperano che ciò accada: entro settembre il Mit ospiterà una piattaforma che censirà tutti gli autovelox dello Stivale.
Autovelox, Salvini si muove contro l’invasione dei “succhiasoldi”
“Non saranno tollerati i dispositivi fuori norma, o utili più a fare cassa che a prevenire comportamenti scorretti alla guida”, dice la nota stampa del ministero nella vigilia di Ferragosto in cui milioni di italiani viaggiano su strade e autostrade.
Tra il dire e il fare ci saranno innanzitutto due mesi entro i quali gli enti locali che li hanno installati dovranno indicare “per ciascun dispositivo la conformità, la marca e il modello”.
Manfredi nicchiava
Prima di questa torrida estate c’era stato all’inizio del mese scorso il Dl Infrastrutture che aveva definito la misura. E prima ancora, alla fine di aprile, Salvini si era un po’ stufato: Gaetano Manfredi, presidente Anci, nicchiava e, dopo una prima richiesta, invece di inviare al Mit i dati di tutti gli autovelox aveva trasferito agli uffici di Viale dell’Arte “dati in termini percentuali, non sufficienti per un’analisi approfondita”.
La verità è che una ricognizione completa non è mai stata fatta. Senza, ammette Salvini, continuerebbe a regnare la “situazione di confusione ” generata da sentenze contraddittorie che rischiano di vanificare l’efficacia dell’aggiornato Codice della Strada, un altro pallino del vicepremier.
Ma quanti sono?
La notizia di quest’annuncio del Mit ha ovviamente generato a cascata l’auspicio generalizzato che il censimento, come previsto dal Decreto Legge, serva davvero a certificare la “legittimità” degli impianti, cancellando quelli esclusivamente “succhiasoldi”. Il nodo dell’intera vicenda è proprio quello indicato pure dalla rapida comunicazione istituzionale del Mit.
Davvero la piattaforma servirà ad eliminare gli impianti “più utili a fare cassa” che a garantire la sicurezza stradale? Un interrogativo che, per ora, non può trasformarsi automaticamente in un sospetto. Dovremo aspettare settembre, anzi novembre.
L’atteggiamento finora espresso dall’Anci che gli enti locali li rappresenta non è però un buon viatico di questa “operazione” di Ferragosto. Nessuno-anche questa è una notizia-sa quanti autovelox esistono nell’Italia dei Comuni. Il Codacons ha gridato solo il suo alert: ne abbiamo di più al mondo, più restrittivi di noi solo Russia e Brasile. Sarebbero tra i 15mila e 20mila.
Che ne pensa Piantedosi?
Uno scandalo, non saperlo. Una sconfitta, a pensarci bene, anche delle Prefetture che sulla carta li dovevano autorizzare. Che ne pensa, in proposito, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi?
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