Politica

Azione-Letta è scontro totale: “Siete sovietici”

Mara Carfagna, ministro uscente, attacca il leader dem sull’obbligo scolastico dall’asilo: “Fuori dalla realtà, al Sud mancano le strutture”

di Adolfo Spezzaferro -

©imagoeconomica


Dopo i post filo-Putin dei candidati di Calenda, Carfagna replica “Sulla scuola posizioni insostenibili”. Ma i dem insistono sull’obbligo.

Enrico Letta mette su il nuovo disco rotto, dopo quello “la Meloni non deve vincere”, ossia l’obbligo scolastico, dall’asilo fino al termine delle superiori. Non pago dei fischi rimediati al Meeting di Rimini per la stessa proposta, il segretario del Pd rilancia: “Sono rimasto colpito dal fatto che la platea non abbia apprezzato la proposta di estensione dell’obbligo scolastico, che ripropongo”. L’ostinazione del leader dem è stata presa di mira dal Terzo polo. “L’idea di Enrico Letta dell’asilo obbligatorio non solo è in perfetto stile sovietico ma anche fuori dalla realtà: lo sa Enrico Letta che l’offerta di nidi e asili in molti Comuni del Sud non arriva al 15 per cento dei bambini residenti? Lo sa che al Sud oltre il 60 per cento delle madri non è occupata né può esserlo per mancanza di asili?”. Così Mara Carfagna, ministro uscente per il Sud e la coesione territoriale, ex Fi oggi in Azione di Carlo Calenda. “Torni nella realtà: la sola, colossale operazione in favore dei bambini e delle madri è quella pensata e realizzata con gli investimenti del Pnrr e con la definizione dei Livelli essenziali di prestazione. Mi sono battuta per questo e oggi ci sono le risorse per portare l’offerta di nidi in ogni singolo Comune italiano a 33 posti ogni 100 bambini entro il 2027: il Pnrr paga i ’mattoni’, l’ultima legge di Bilancio stanzia i fondi per maestre e personale. Questa è serietà. Questo è vero cambiamento”.

Letta accusato di proporre idee sovietiche, addirittura. Questo quando proprio in Azione ci sono candidati finiti nelle bufera per essere filo-Putin. Nel centrosinistra insomma volano accuse incrociate su chi è più sovietico. Intanto pure Calenda condanna l’improvvida uscita del suo ex compagno di partito. “L’obbligo scolastico fino a 18 anni è nel nostro programma, ma che si debba andare obbligatoriamente all’asilo non sta né in cielo né in terra, è una cosa che non si può sentire”, dice l’ex ministro dem.

Proprio in casa terzopolista spunta la grana filo-russa. Stefania Modestino, candidata col tandem Azione-Iv al Senato nel collegio Campania 2, in alcuni post, poi eliminati, parla di “pensiero unico” riferendosi alla posizione del giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, contrapposto ad Alessandro Orsini; in un altro condivide l’opinione della professoressa Donatella Di Cesare quando in una trasmissione afferma: “Dire che Putin è un pazzo, il male assoluto, è una semplificazione inaccettabile”. Una bella rogna, che i leader di Azione-Iv promettono di sistemare, visto che in questa campagna elettorale è una gara a chi è più filo-Zelensky e al fianco dell’Ucraina. Non a caso tra le file dem c’è chi accusa il leader della Lega Matteo Salvini di voler far uscire l’Italia dalla Ue per posizionare il nostro Paese in una presunta “sfera balcanica”.

Ma il problema principale del Pd non è la fede atlantica o filo-Ue, ma tenere insieme un’ammucchiata elettorale assolutamente eterogenea, non solo sulle posizioni in politica estera. “La vittoria del centrodestra è inevitabile? Per il suicidio politico di Letta temo di sì”. Così Clemente Mastella, leader di Noi di centro. Secondo Mastella, il segretario del Pd “si è suicidato da solo. Per competere bisogna fare come l’Ulivo dove eravamo tutti assieme appassionatamente, anche se con difficoltà di realizzazione di impianti programmatici, ma facemmo un unico programma. Qui ci sono invece programmi distonici, tiene dentro Fratoianni ed esclude i 5 Stelle, una cosa incredibile. Questo campo larghissimo si è ridotto a un campetto nemmeno di periferia”. L’ex diccì, che alla fine corre da solo, si rivolge ai suoi elettori: “Nel 321 a.C. la mia gente, i sanniti, respinsero i romani. Questa volta il 25 settembre 2022 spero che i campani respingano l’assalto delle truppe longobarde, romane, i lanzichenecchi, i politici che arrivano da noi a conquistare i nostri territori”. Ecco, uno degli errori politici che i dem più rinfacciano a Letta è di non aver tenuto conto dei dirigenti locali, degli amministratori nella scelta delle candidature. 


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