Politica

Balneari, approvato decreto per riformare le concessioni

di Lino Sasso -


Nel corso del Consiglio dei ministri di ieri sera il governo ha affrontato l’annosa e spinosa questione dei balneari ed ha approvato un decreto legge. Dopo le polemiche che si susseguono da tempo sulle concessioni demaniali e, in particolare sulla loro durata, si è dunque provato ad affrontare il problema tenendo conto delle indicazioni comunitarie sul tema e cercando di porre rimedio alle procedure di infrazione e di pre-infrazione pendenti sull’Italia da parte di Bruxelles. Secondo quanto riportato da una nota di Palazzo Chigi, rilasciata al termine del Consiglio dei ministri, si è trovato “un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari”. Rispetto a una prima ipotesi di un’ulteriore proroga delle concessioni balneari fino al 2028, è stato invece deciso di estendere la validità di quelle attualmente in essere fino al mese di settembre del 2017, rendendo contestualmente obbligatorio l’avvio di nuove gare entro il mese di giugno dello stesso anno. La riforma interviene anche sulla definizione della durata delle nuove concessioni balneari, prevedendole per “un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”, ma anche “l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”, si apprende ancora dalla nota di Palazzo Chigi. Un aspetto quest’ultimo finalizzato a favorire il potenziamento dell’offerta e, quindi, il potenziamento dei servizi. Per quanto riguarda poi i criteri di valutazione delle offerte per ottenere le concessioni balneari, la nuova disciplina prevede di considerare “anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare” e l’assunzione di personale under 36.


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