Economia

I POTERI CORTI – Banca di sistema (anche sociale?)

di Marco Travaglini -


La Banca d’Italia, negli anni passati, ha identificato le banche italiane definite “di sistema” in linea con la circolare 285/2013 in materia di “Disposizioni di Vigilanza per le banche” (che recepisce la direttiva UE 36 del 2013).
L’identificazione e la valutazione hanno tenuto in considerazione quattro parametri: dimensione, importanza per l’economia, complessità e interconnessione con il sistema finanziario.
Ciò che possiamo constatare è certo una forte attenzione a rendere le stesse banche più solide rispetto alle tempeste finanziarie, e non solo, che la crisi permanente ci ha manifestato nei tempi.
Tuttavia, nel 2014 gli sportelli bancari attivi sul territorio italiano erano 30.740 per 664 istituti, al 2023 siamo arrivati a 20.161 sportelli operativi per 428 banche commerciali (dati Banca D’Italia): a manifestare non solo la chiusura di diversi soggetti ma anche la scelta strategica di fusione e accorpamento delle stesse. Tralasciando ora le conseguenze per i circa 42.000 lavoratori dislocati o accompagnati alla porta in questi 10 anni, va fatta una riflessione sul problema socio-economico indotto da tali scelte.
Posto che la povera nonnina non sa inviare un sms senza l’aiuto del proprio nipote (figuriamoci se riesce ad operare con un home banking), la domanda da farsi è quanto ha inciso tale politica di non-pervasività sul territorio per tutti quegli imprenditori artigiani, retail e di servizi alle persone i quali, oltre al problema del credit crunch, hanno vissuto un problema di social crunch con il loro mancato contatto fisico, vis a vis e di pacca sulla spalla che avevano con il direttore di filiale (sin dai tempi pre-Basilea 2), figura fondamentale e di collante tra i piani più alti e un territorio sempre più frammentato e scollato, bisognoso di tante altre figure quadro e di “filtro”, oramai assenti in molti altri settori.
Ci siamo mai chiesti quanto il concetto di sistema sia anche sociale e non solo di sostenibilità finanziaria e di quanto il concetto ESG non tenga conto di parametri come questo che stiamo analizzando?
Quanto, la moria di retail e di sportelli bancari presenti sul territorio abbia contribuito a spegnere la socialità e a rendere buie quelle strade di quartiere, rimaste al ‘900, dove non solo si fatica a trovare lavoro ma, soprattutto, è impossibile crearlo, perché circondate da una modernità che, anziché semplificare, ha reso complessa la vita professionale e personale di molti? Interroghiamoci, quindi, sulla struttura delle opportunità, sugli effettivi vantaggi di carrozzoni “mastodonto-tecnologici” che considerano meno la persona, il territorio e la socialità come un tempo e le cui dimensioni strutturali, seppur capaci di ridurre il rischio finanziario, sono sempre più “distinte e distanti” da chi ha bisogno di supporto nel relazionarsi, per esempio, con una Fintech online e, qualora ci riuscisse, vedrebbe rivolgersi tassi di interesse fuori da ogni mercato (ma questo è un altro pezzo della storia…).


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