Cultura & Spettacolo

Barbara De Rossi: “Il mio aiuto a telecamere spente”

di Redazione -


 

di FRANCESCO URRU
Ama solo definirsi attrice anche se ultimamente si è calata nei panni di narratrice, concorrente di talent. Non ama i reality ed è volto noto di di Salva Mamme, associazione che aiuta le vittime di violenza, uomini, donne e bullismo; assieme Maria Grazia Passeri. L’Identità incontra Barbara De Rossi.
Oltre ad essere una delle migliori attrici teatrali e del cinema, rappresenta la storia della fiction italiana, ha preso parte in veste di altri ruoli in vari programmi tv: come racconterebbe professionalmente Barbara De Rossi la sua carriera?
Ultimamente mi chiama Eleonora Daniele in tv, quando ci sono notizie che riguardano purtroppo il femminicidio: non sono un’opinionista, assolutamente no, nemmeno una conduttrice; vengo chiamata quando si parla di casi di violenza contro le donne, perché me ne occupo attivamente dal 1998 con la mia associazione “Salva Mamme”, oltre che per raccontato Amore Criminale di Rai3 e Terzo indizio su Rete4. Questa battaglia è qualcosa che appartiene alla mia vita, me ne occupo in prima linea decisamente da molto tempo, prima che le tv fossero attratte dall’argomento. Io sono arrivata al programma in tv perché chi mi ha chiamato sapeva che mi occupavo di queste cose.
Ha lavorato con i più grandi del teatro del cinema. C’è qualcuno che le è rimasto nel cuore e che le ha lasciato degli insegnamenti importanti?
Tra gli anni 80 e 95 ho avuto la fortuna di lavorare nelle grandi co-produzioni internazionali, con i box office americani in presadiretta, ed ho avuto la fortuna di conoscere grandi attori internazionali: ho lavorato con Anthony Hopkins, Susan Sarandon, Anne Jardon, Betty Davies. Christpher Plummer, Max Von Sydow e altri. Lavorando e crescendo con loro ho avuto la fortuna di potermi formare con degli attori veramente molto molto grandi. Le cose che mi hanno lasciato, oltre al grandissimo talento dal quale ho cercato di imparare il più possibile, la loro tecnica, è stata la grande umiltà: i grandi attori con i quali ho lavorato erano persone semplici, estremamente umili, “privi di sanguinamenti” come dico (ride, ndr). Dico sempre così per quei attori che probabilmente concepiscono questo lavoro in maniera stupida: questo lavoro esiste per accrescere la propria sensibilità, per nutrire la vita di qualcosa di diverso, che non ha a che vedere con lo staccarsi e volare a un metro da terra. È un mestiere che ci dà la grandissima possibilità di esprimere, di comunicare, di essere qualcosa. Ecco, questo credo sia il lavoro più bello del mondo, basta che non ci siano in mezzo persone stupide con certi atteggiamenti: alcuni attori “che se la tirano” sono a mio parere alle mezze calzette, non appartengono alle persone che valgono veramente tanto.
Cosa le fa più paura nei rapporti umani e soprattutto, dopo quello che mi ha raccontato, riesce a scaricare questo carico emotivo, tornando lucida e ferma e continuare ad aiutare e lavorare?
Intanto le dico che sono molto attaccata alla natura, sono venuta a vivere in Toscana in mezzo al verde, ora mi occupo di animali e non vivo più a Roma nel caos. Anche se faccio un paio di tranche di tournée teatrali all’anno, mi rifugio poi nel verde e tra gli animali. Invece la cosa che mi fa più paura è la non autenticità, la menzogna, le persone non leali. Non sai chi hai di fronte, non sai che ti racconta. Mi affido con una buona riserva ai gesti, esistono i fatti, la concretezza dei fatti. Le persone devono fare qualcosa di disinteressato.
Tornando un attimo a parlare di Terzo Indizio e Amore Criminale: cosa ricorda di quelle storie narrate?
A livello emotivo mi hanno lasciato nel cuore la sensazione di paura delle persone che venivano a testimoniare, il coraggio di “venire a lavare i panni in tv; io dalla trasmissione ne ho ereditate diverse che continuo a seguire nella mia vita, anche con l’aiuto dell’Associazione. Ognuna di queste donne è accompagnata da un terrore reale, tangibile; ricordo di una persona che venne a testimoniare e mi disse “Sto andando al poligono, sto imparando a sparare”. Non è uno scherzo, dà l’esatta misura di come si sentono le persone quando vengono minacciati di morte. In tv avevo il compito di raccontare, alle persone a casa che non sanno o cosa significhi l’idea di essere maltrattati fisicamente e psicologicamente di che cosa significhi subire maltrattamenti e minacce di morte e quant’altro, in uno Stato dove non si è difesi. Non conduco più Amore Criminale, però mi occupo di questo anche senza tv. Lo faccio, continuo a farlo in maniera più ridotta perché io rispondo alle donne che mi scrivono. Lo facevo prima, lo facevo durante; devo dire che Salva Mamme ne ha messe tante di vite in salvo. Qualcuna anch’io, immodestamente: devo dire che, anche io, ogni tanto mi sono mossa tra far scappare di casa le persone, organizzare dei blitz con i carabinieri e polizia, e non c’era la tv, quindi niente spettacolarizzazione. Qualsiasi problema mi trovo di fronte, io chiamo i carabinieri: qualsiasi donna mi scrive deve dare subito tutti gli elementi che si danno al 15 22, che è un numero sempre da chiamare assolutamente, se no non si lascia traccia. Ci sono dei passi precisi che devono fare le donne quando decidono di saltar fuori da una situazione, però è chiaro che devono prima portare a casa la pelle. Io in qualsiasi situazione di pericolo chiamo i carabinieri, presentandomi, e segnalo il caso spiegando che la persona non è in condizioni di comunicare. Ogni volta che scrivono a me le dico di cancellare il messaggio per non lasciar traccia. Io faccio queste cose qua.
Ricorda un episodio della sua carriera che nessuno conosce e che lei non dimenticherà mai?
Ah beh, mi viene in mente un episodio che, a ripensarci ora, ha dei lati comici. A 26 anni stavo girando Nosferatu a Venezia nel 1988 la regia era di Augusto Caminito, con Klaus Kinski, che era un attore molto molto particolare. Posso solo dire di avergli sferrato un cazzotto in faccia, aveva fatto delle cose che non si dovevano fare, ma anche la troupe ha reagito; non fu semplice lavorare con lui. Ebbe un comportamento poco consono e audace.
Posso chiederle se è innamorata e felice?
Sono molto molto innamorata da 9 anni di un uomo stupendo, sono veramente felice, anzi per scaramanzia non lo voglio dire, è una storia veramente, veramente bella e stiamo bene.

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