Salute

Bassetti “Green pass e obblighi fuori dal tempo ora non servono più”

di Rita Cavallaro -


“Credo che green pass, obbligo vaccinale e restrizioni oggi siano norme anacronistiche. Non ha senso dire a un ventenne che deve essere vaccinato. Il 2021 è un altro mondo rispetto al 2022″. Parla della nuova normalità post Covid Matteo Bassetti, primario di Infettivologia al San Martino di Genova e di come siano molti i non vaccinati a presentarsi in ospedale per il Covid.

Professor Bassetti, cosa dice ai pazienti che le chiedono di salvarli?
Non dico più nulla. Un anno fa mi arrabbiavo, oggi quando vedo arrivare uno con la polmonite penso “peggio per lui”. Lo curo ma se uno vuole rischiare è libero di farlo.

Della serie, ognuno decide come morire?
E sì. Il problema dell’anno scorso è che siccome avevano deciso di morire in tanti non ce lo potevamo permettere. Rischiavamo di far saltare il sistema sanitario nazionale.

Allora lockdown e green pass hanno evitato il crollo del sistema sanitario?
E certo, noi il green pass lo abbiamo sostenuto perché dovevamo creare una sorta di colino per i nostri ospedali. Anche perché se crollasse il sistema sanitario nazionale crollerebbe il Paese. È questo che non si rendono conto gli oltranzisti no vax. Perché se noi domani mattina dicessimo: lo Stato non ce la fa più a curarvi, verebbe la rivoluzione in Italia. Tutti danno per scontato che un ospedale dove farsi curare c’è sempre. Ma non sarà sempre così. Noi ontinuiamo a perdere medici, gli stipendi sono alla fame. Succederà quello che è successo con la serie A del calcio: i calciatori più forti sono andati a giocare all’estero.

I no vax continuano a puntare il dito sui vaccini, facendo leva sul numero dei morti.
Purtroppo siamo noi a fare il gioco dei no vax, con la comunicazione che non ha aiutato i vaccini in generale. La prima comunicazione ufficiale è quella sul numero dei morti, che continua ad esserci. I no vax puntano sempre sul confronto del numero dei decessi 2020-2021-2022 e dicono ci sono molti più morti oggi con il 95 per cento di vaccinati rispetto a quanti ce ne fossero a inizio pandemia. E hanno ragione, perché noi i morti li contiamo male. Li abbiamo sempre contati male. Ma un conto è averli contati male nel 2020, quando facevamo in un anno 2 milioni di tamponi, un altro che lo facciamo oggi con 2 milioni di tamponi in una settimana.

Si spieghi meglio.
Noi oggi classifichiamo come morto Covid chiunque muoia con un tampone positivo. Ma lì dentro c’è di tutto: l’incidente stradale, l’infarto, un’altra malattia. Quello della conta dei morti è uno degli indicatori più sbagliati che stanno facendo male alle vaccinazioni.

E cosa dovremmo fare?
Una profonda riorganizzazione della certificazione dei decessi. E non solo per il covid.


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