È uno dei pochi scienziati dell’era del Covid che quando appare in tv non provoca negli spettatori il ricorso a gesti apotropaici. D’altronde Matteo Bassetti, primario di Infettivologia al San Martino di Genova, non ha mai fatto parte di quella schiera di virostar che hanno imperversato grazie al terrore e ha affrontato l’emergenza con una comunicazione adeguata alle diverse fasi della pandemia. E non risparmia critiche al governo e al ministro Roberto Speranza per i troppi errori: “Ci portiamo dietro un peccato originale che dura da due anni e mezzo”.
Bassetti, si riferisce al bollettino giornaliero dei positivi?
Sì. Il problema non è quanta gente ha il tampone positivo, ma quanti positivi hanno la polmonite bilaterale e finiscono in ospedale. Mi auguro che la comunicazione sbagliata finisca col cambio di governo.
Non crede che sia volutamente sbagliata?
Certo. Dopodiché se mi domanda se grazie a questa comunicazione facciamo vaccinare di più la gente le dico che è il contrario, perché le persone dicono cosa mi vaccino a fare, tanto ho il tampone positivo. E invece avremmo dovuto dire: vaccinatevi perché questa gente ha il tampone positivo ma non finisce in ospedale per la polmonite.
Un cambio di passo si registrerà con il nuovo ministro. Se dovessero chiamare lei?
Sono contento di fare il mio lavoro, ma se mi chiameranno vedremo. Prima deve arrivare la chiamata.
È disposto a mettersi al servizio del Paese?
In questi due anni e mezzo mi pare di essermi sempre messo al servizio della collettività.
Eppure sono state premiate le virostar del terrore…
Non è questione di terrore, è questione di aver visto o meno dei malati. Ho raccontato una situazione terribile nel marzo-aprile 2020, poi a ottobre 2020, ma con i vaccini siamo arrivati alla convivenza con il virus.
Cosa vedremo nelle prossime settimane?
Il virus tornerà a circolare. La gente non si sta vaccinando. A rimetterci anziani e fragili.
E le mascherine?
Basta obbligo, però dire che la mascherina non è più obbligatoria non equivale a dire che è obbligatorio non metterla.