Attualità

“Basta produrre armi”: l’appello di Leone XIV ai diplomatici

di Angelo Vitale -


La prima volta di Papa Leone XIV con un discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede – ci sono anche i rappresentanti dei Paesi impegnati nelle guerre che impegnano ogni giorno media e tv, anche quello della Palestina – : il pontefice ha trattato temi fondamentali per la convivenza internazionale. Pace, giustizia (“Mi auguro che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l’Ucraina e la Terra Santa”), verità e speranza, sottolineando anche l’importanza della famiglia come unione stabile tra uomo e donna (“società piccola ma vera”), la dignità della vita in tutte le sue fasi, la libertà religiosa e la tutela del lavoro da condizioni indegne. Un’occasione per ribadire la necessità di rafforzare la diplomazia multilaterale e le istituzioni internazionali per prevenire i conflitti, evidenziando che la diplomazia della Santa Sede è animata da un’urgenza pastorale volta non a cercare privilegi ma a intensificare la missione evangelica a servizio dell’umanità.

Tematiche che erano già presenti nel vissuto personale di Prevost e nella sua esperienza interculturale, sviluppatasi tra Nord America, Sud America ed Europa, che riflette l’aspirazione a superare i confini per incontrare persone e culture diverse, parte integrante della sua visione e missione.

Argomenti e priorità nella scia del predecessore pontefice. Papa Francesco aveva sempre posto al centro la pace, il dialogo, la giustizia sociale e la tutela dei più vulnerabili, come migranti e poveri e promosso una “diplomazia di speranza” e di perdono, impegnandosi per la pace in conflitti come quello in Ucraina e in Medio Oriente. Un quadro generale ove Leone XIV sembra enfatizzare maggiormente il ruolo pastorale e il dialogo come strumenti di diplomazia.

Forte, comunque, il richiamo a quelle sue prime parole in piazza San Pietro, enfatizzando la necessità del disarmo con parole che quasi ricordano le battaglie storiche del secolo scorso, per lui è necessario “smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte”.

Un approccio globale, attraverso i diplomatici, con i Grandi del mondo, mentre diventano frequenti opinioni e analisi circa la sua scelta di residenza nel Palazzo Apostolico ove lavorare e programmare incontri con i leader mondiali: ciò che molti attendono dopo inviti e appelli alla pace rimasti inascoltati.


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