Editoriale

Bau bau, ecco il circo all’italiana

di Dino Giarrusso -


“Bau, bau, bau” un versetto da bambini che è imbarazzante virgolettare, ma tant’è… il cronista ha il dovere di riportare i fatti, e qui i fatti abbaiano chiaro. Augusta Montaruli preferisce dire (letteralmente) bau bau senza nemmeno impegnarsi a imitare i latrati di un cane, durante un talk show televisivo che dovrebbe parlare di politica, Tagadà di Tiziana Panella. È il punto di non ritorno-almeno ad oggi, cioè fino al giorno in cui l’asticella verrà ulteriormente spostata in alto- della comunicazione politica. Marco Furfaro, che con la Montaruli discuteva, resterà per sempre un meme vivente, dato il suo stupore e il suo sguardo perduto verso Panella, quasi a dire “aiutami”. La giornata del bau bau, come se non bastasse quello, è stata riempita di altri riferimenti animaleschi, con Elly Schlein che finge la gaffe “Presidente del coniglio” perculando Meloni e la sua non onorevolissima fuga dal parlamento, sostenuta dai suoi onorevoli segugi che sventolano cartelli con sagome di animaletti. Conte riemerge dopo un lungo letargo da ghiro, si inorgoglisce, sbraita (e va detto che da anni non lo vedevamo così in forma come nei suoi cinque minuti da Vespa, per una volta punto da qualcuno più velenoso di lui), si affanna, accusa, poi gli si incrina la voce come un falco a fine volo. Nordio non abbaia, certo, non guaisce ben che venga sferzato da tutti, e nemmeno barrisce. Ma il suo non rispondere, contraddirsi, incasinare le proprie dichiarazioni con quelle di Piantedosi- i due dicono cose di senso opposto, almeno fate come i pappagallini: se siete vicini siate coordinati!- e si rivela un elefante in una cristalleria. Ma è un elefante bolso, stanco, che sembra finito lì per caso ed invece è lì per scelta. Solo che non stiamo giocando alla fattoria, siamo in Parlamento, siamo un paese del G8, stiamo discutendo di una scelta gravissima e sbagliata, quella di liberare un criminale sulla testa del quale pendeva un mandato di arresto internazionale. La Fagnani fa scorpacciata di pop-corn valutando nuovi ospiti per il suo Belve, ma gli italiani cosa arriva? Un cittadino che vuol sapere, vuol votare consapevolmente, vuole sentirsi orgoglioso di essere nato nel paese di Dante, di Olivetti, di Marconi, di Pertini, che deve pensare? Secondo Nordio la colpa è dei magistrati, della CPI, dell’inglese, del vento contrario, dell’arbitro cornuto (per fortuna non muggisce, a illustrare la tesi) e – naturalmente ad “Un giorno da pecora” perché siamo ormai in una parodia di Comici spaventati guerrieri di Stefano Benni – si dice dispiaciuto che Almasri non sia stato giudicato. Lui, lo dice. Pensate come sono dispiaciuti quelli che da Almasri sono stati torturati senza pietà e lo hanno visto tornare a casa tranquilli su un volo di Stato. Il ministro aggiunge che preferisce il Negroni allo spritz, rassicurando tutti sul futuro dell’Italia. Non sappiamo se c’è un file rouge che collega tutte queste anomalie (era forte la tentazione di scrivere animalie, lasciandovi il dubbio del refuso perfetto), ma sappiamo che l’Italia merita di meglio. Augusta Montaruli è stata condannata in forma definitiva per peculato, ha tutto il diritto di stare in parlamento dove è stata eletta democraticamente e di partecipare ai dibattiti televisivi come esponente del primo partito italiano, ma vorremmo chiederle di non aver paura del confronto, di non rifugiarsi in questi mezzucci d’asilo infantile, di affrontare la realtà occupandosi degli italiani, come vorrebbero quelli che l’hanno votata e quelli che non lo voterebbero mai. Perché siamo tutti italiani, tutti in fondo innamorati del nostro paese, tutti speranzosi che le cose vadano meglio, le accise sulla benzina vengono ridotte, la stampa sia e resti sempre libera, la verità possa essere detta senza paura, la mafia e i suoi metodi solo ricordi del passato, la bellezza e la cultura di questo straordinario paese – ricco delle diversità che lo fanno unico- abbiano finalmente chi sappia gestirle valorizzandole, e non di ignavi, incapaci, bugiardi, collusi e quaquaraqquà. Perché finché l’Italia non avrà governi ed opposizioni che ci rendono fieri di essere da essi rappresentati, di noi potranno parlare male cani e porci. E non solo in TV.


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