Attualità

Bauer e Des Bains Hotel di Venezia travolti dalle crisi

di Ivano Tolettini -


La storia si ripete per due alberghi lussuosi, dal Des Bains al Bauer. Dal Lungomare Marconi del Lido alla Piscina San Moisè, incastonata a due passi da San Marco, con affaccio sul Canal Grande. Luoghi da sogno, interni sfarzosi, clientela selezionata per una Venezia da cartolina conosciuta in ogni continente, alle prese però con due tracolli finanziari che fanno parlare anche i media internazionali. La crisi “esistenziale” del celeberrimo Hotel Des Bains, realizzato nel 1900, dal quale per decenni è passato la più ricca imprenditoria mondiale, set cinematografico scelto da Luchino Visconti per Morte a Venezia (1971) e da Antohony Minghella per il Paziente Inglese (1997), da quasi tre lustri pare irreversibile. Più recente, e pare temporanee, le difficoltà dell’Hotel di lusso a 5 stelle Bauer, travolto momentaneamente dal crac di René Benko valutato in 13 miliardi di euro, il magnate immobiliare austriaco costretto a novembre a dichiarare fallimento a Innsbruck, come ha confermato il portavoce del locale tribunale, e che nel 2000 con la Signa holding, tramite Signa Prime Selection AG, aveva sborsato oltre 400 milioni di euro per acquistarlo, prevedendo altri 135 milioni per rimetterlo a posto. È dei giorni scorsi la notizia che la proprietà del grande hotel da centinaia di stanze che si sviluppa su quattro splendidi palazzi al centro di lavori di restauro che dovrebbero ripartire in tempi brevi, è passata al gruppo bavarese Schöeller, marchio del packaging da 1,1 miliardi di euro, che l’anno scorso aveva già prestato 200 milioni di euro a Benko, in odore di asfissia nonostante l’élite politica austriaca avesse aiutato la sua irresistibile ascesa capace di aggregare un portafoglio valutato in oltre 20 miliardi di euro, con asset tipo Selfridges a Londra e KaDeWe a Berlino, e per venire all’Italia il Waltherpark di Bolzano, la società VivaVirgolo sulle colline sempre del capoluogo dell’Alto Adige e appunto il Bauer di Venezia, valutati oltre 1 miliardo di euro. Senza considerare gli interessi immboliari di Riva del Garda ed Arco, ritenuti asset minori sebbene anch’essi milionari.
Del resto, anche il preventivato piano del monumentale recupero del Des Bains da oltre 100 milioni di euro, passato per l’irreversibile crisi di East Capital che avrebbe voluto trasformarlo in splendida residenza per ricchi, è fin qui rimasto al palo, perché le banche non hanno mai dato il via libera neppure alla patrimonializzata Coima Sgr, che tramite uno dei suoi fondi deteneva anche la proprietà dell’Excelsior, altro storico hotel a 5 stelle del Lido, dove nel 1932 nacque la Mostra del Cinema, e che è rimasto peraltro sempre aperto. Se il Des Bains è simbolo di quella Bella Epoque che trasformò il Lido, fino al disastro di Wall Street del 1929, nella località più glamour del mondo e che con il Covid ha visto i valori immobiliari raddoppiati da San Nicolò agli Alberoni, appunto la striscia di terra lunga 12 chilometri che protegge Venezia perché vi è ancorato il Mose, per contro il Bauer è sì simbolo anche di quell’imprenditoria rampante come quella impersonificata da Benko che ogni tanto va gambe all’aria, ma è altrettanto vero che è paradigma di quel turismo esclusivo che è in crescita, come rivelano i numeri, perché tutti al mondo vogliono visitare almeno una volta la meravigliosa città sull’acqua, resa eterna dalla Serenissima. Il gruppo tedesco Schöller ha rilevato il Bauer per creare ulteriore valore anche in un’ottica culturale, non solo economica, come ha osservato il commercialista Heinz Peter Hager che rappresenta gli interessi della famiglia bavarese in Italia, tanto che il fondo statunitense King Street, che aveva già acquistato anni fa l’Hotel Danieli in Riva degli Schiavoni, icona dell’hotelleria a Venezia, ha dovuto battere in ritirata davanti alla determinazione finanziaria teutonica. I lavori come detto ripartiranno in maniera sollecita per rispettare i tempi di riapertura previsti nel 2025, mentre la gestione dovrebbe rimanere in capo ai cinesi di Rosewood, assai esperti nell’amministrazione degli hotel di lusso. Quanto al Des Bains, invece, il 2024 dovrebbe essere l’anno in cui dovrebbero partire i grandi lavori del restyling che dovrebbero durare non meno di due anni, per una apertura in pompa magna prevista nel 2026 o al più tardi nel 2027. Una scommessa che coinvolge l’intero Lido.


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