Attualità

Berlino paga le Ong: il gelo di Palazzo Chigi

di Eleonora Ciaffoloni -


La Germania e l’ultimatum all’Italia sui migranti: “Rispetti Dublino o non accoglieremo”. E la Commissione Ue stanzia i primi fondi per la Tunisia: pronti 127 milioni

Non solo a Lampedusa, anche al centro dell’Europa la situazione migranti continua ad essere calda, soprattutto tra Germania e Italia. Ieri il ministro dell’Interno tedesco Faeser – dopo il tira e molla di chiusure e riaperture nell’ultima settimana – è tornata sul trattato di Dublino e in particolar modo sul “non rispetto” degli accordi da parte dell’Italia. Una problematica che era già stata portata alla luce, ma che ora emerge con una sorta di ultimatum: “L’Italia non rispetta il meccanismo di riammissione previsto dalla convenzione di Dublino. E finché l’Italia non lo farà, non accoglieremo più rifugiati”. L’annuncio è quello di un vero e proprio blocco del meccanismo di solidarietà che, spiegano da Berlino, deve essere rispettato anche dall’Italia, invitata ad “adempiere ai suoi obblighi”.

Ma non è l’unica freccia scagliata contro il Belpaese: secondo un portavoce del ministero degli Esteri tedesco, la Germania sarebbe pronta a finanziarie “un progetto di assistenza a terra di migranti in Italia” e uno “per una ong che opera salvataggi in mare”. Si tratta di un finanziamento che ha l’obiettivo di sostenere “sia il soccorso civile in mare” che “i progetti a terra” per le persone soccorse in mare. “Abbiamo ricevuto diverse richieste di finanziamento – dichiarano da Berlino – e l’erogazione dei fondi, in questi due casi, è imminente”. Notizia che ha fatto scalpore a Palazzo Chigi, da dove hanno fatto sapere che “Il governo italiano prenderà immediatamente contatto con le autorità tedesche per un chiarimento” con l’auspicio che “la notizia sia priva di ogni fondamento perché il finanziamento da parte della Germania di attività di Ong sul territorio italiano sarebbe una grave anomalia”. Le tensioni sulla gestione dei flussi migratori e le discussioni sul trattato di Dublino dilagano nel vecchio continente e rischiano di creare delle fratture. A dirlo Josep Borrell, l’Alto Rappresentante Ue per la Politica estera, secondo cu il dossier migranti “potrebbe essere una forza dissolvente per l’Europa” a causa delle profonde differenze e l’incapacità di raggiungere una politica comune.

Nel frattempo, quello che poteva sembrare “ufficioso” sull’ormai diventato celebre Memorandum d’Intesa tra Tunisia e Unione Europea, ora è “ufficiale”. Ieri la Commissione Ue ha annunciato lo stanziamento di 127 milioni di euro a sostegno del Paese del Nordafrica con cui lo scorso luglio aveva firmato l’accordo. Di questi, 60 andranno a sostenere il bilancio tunisino – gravemente precario a causa della crisi economica -, mentre gli altri 67 saranno destinati “all’assistenza operativa” sulla migrazione. I fondi partiranno subito, fa sapere la portavoce della Commissione per l’Allargamento e il Vicinato Ana Pisonero: “I fondi saranno erogati nei prossimi giorni, contrattualizzati e consegnati rapidamente”. Una decisione che, presa in linea con il piano in dieci punti proposto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ora prevede l’aiuto dell’Ue alla Tunisia con un ingente pacchetto per la gestione dei flussi e per la repressione delle reti di trafficanti illegali. Decisione che è stata spinta non solo dall’aggravarsi dell’emergenza arrivi sulle coste italiane, ma anche dalla forte contrarietà mostrata dal presidente tunisino Kais Saied che aveva impedito a una delegazione di eurodeputati della Commissione Affari Esteri di far visita a Tunisi, vietandogli l’ingresso nel Paese. Tasselli pregressi che hanno portato alla telefonata di giovedì tra ieri tra il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar e il commissario per il Vicinato e l’Allargamento Olivér Várhelyi, per discutere dell’attuazione del memorandum d’intesa e in particolare delle azioni prioritarie da mettere in atto. E stavolta, dopo il via libera dei fondi, la prossima settimana una delegazione di funzionari della Commissione si recherà in Tunisia per discutere l’attuazione del protocollo d’intesa, in particolare per quanto concerne “le azioni prioritarie”. Azioni, spiega la Commissione che interesseranno “il campo della migrazione, alla cooperazione per reprimere le reti di trafficanti e all’intensificazione dell’assistenza dell’Ue per lo sviluppo delle capacità delle autorità di contrasto tunisine”, nonché per “il sostegno al rimpatrio volontario e al reinserimento dei migranti nei Paesi di origine, nel pieno rispetto del diritto internazionale”. E non solo, al vaglio della Commissione ci sono anche i nuovi programmi e le azioni per un altro pacchetto di sostegno sulla migrazione collegato al protocollo d’intesa, da 105 milioni di euro. Questi fondi aiuteranno “ad affrontare la situazione urgente” in linea con i “Dieci punti per Lampedusa”.
Intanto il governo italiano è arrivato a un punto sui Cpr: un decreto ministeriale prevede che il richiedente asilo potrà versare quasi 5mila euro per non essere trattenuto in un Centro fino all’esito dell’esame del suo ricorso contro il rigetto della domanda. Importo che consente di avere “un alloggio adeguato e di mezzi di sussistenza minimi”. Un modo per evitare la “detenzione” che il governo ha prolungato fino a un massimo di 18 mesi e per cui è nato un dibattito interno che si tradurrà in non poche tensioni politiche.


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