Esteri

Berlino raddoppia: per Kiev pronti pure i Leopard 1. Mosca: “Non ci fermeremo”

di Ernesto Ferrante -


Il governo tedesco ha autorizzato la fornitura all’Ucraina anche dei carri armati Leopard 1. A darne conferma è stato il portavoce del governo Steffen Hebestreit, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo Der Spiegel, sarebbero 29 i tank che l’azienda Flensburger Fahrzeugbau starebbe mettendo a posto. Sulla Sueddeutsche Zeitung si legge che Rheinmetall e Flensburger Fahrzeugbau Gesellschaft vorrebbero approntare decine dei celebri carri da combattimento progettati dalla Porsche per poi metterli a disposizione degli ucraini. L’unico problema, ad oggi, è costituito dall’approvvigionamento di munizioni. Marginale è, invece, il peso di Berlino nel trasferimento degli aerei F-16. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un’intervista a Bbc News Ucraina, spiegando che “la posizione della Germania e del cancelliere Scholz era importante per quanto riguardava i carri armati Leopard, con tecnologia tedesca, quindi la parola della Germania era la chiave. Nella questione degli aerei, la parola della Germania non è fondamentale, perché si tratta di tecnologia americana”. Kuleba rende pubblica la lista dei desideri di Zelensky. “Ci sono molti di questi aerei, migliaia”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che “i paesi che possiedono questi aerei hanno iniziato a riarmarsi con l’F-35, quindi l’Ucraina può chiedere questi velivoli. Siamo aperti alla comunicazione con tutti i partner. Ma affrontiamo sempre la questione delle armi in modo molto razionale e ci concentriamo esattamente su ciò che possiamo ottenere. La cosa principale è ottenere l’adozione di decisioni politiche. Ma dopo aver risolto il problema relativo ai Patriot e ad altri sistemi di difesa aerea, non ho dubbi che anche questa decisione verrà presa”.
Nel frattempo, a Kiev, i leader dell’Ue hanno promesso nuovi aiuti agli ucraini. L’Alto Rappresentante Josep Borrell ha garantito l’imminente arrivo di una prima tranche di 25 milioni di euro per aumentare l’equipaggiamento per lo sminamento, al fine di “salvare vite umane” e consentire ai soldati “di lavorare in condizioni più sicure”. “Mi hanno detto – ha proseguito Borrell secondo il testo fornito dal Seae – che il 30% del vostro territorio è interessato da qualche tipo di esplosivo a causa della guerra e per la volontà delle truppe russe quando si ritirano di lasciare le mine dietro di sé per causare danni alla popolazione civile. Purtroppo, l’Ucraina è uno dei Paesi più contaminati al mondo da residui militari di ogni tipo e queste persone stanno facendo qui un lavoro gigantesco per ripulire il paesaggio e renderlo sicuro”. Disseminando mine antiuomo, accusa il politico spagnolo, “l’esercito russo dimostra volontà di uccidere”, “di far soffrire le persone, far paura, minare il morale delle persone, farle sentire deboli, farle provare paura. Questo fa parte del terrore, e il terrore è uno degli strumenti che la Russia sta usando contro gli ucraini. C’è il grande terrore con i bombardamenti, e poi c’è il piccolo terrore, con piccole mine”.
Pratica, quest’ultima, a quanto pare comune anche agli ucraini. Non è Mosca a denunciarlo, ma Human Right Watch. Steve Goose, direttore di Hrw, ha infatti riportato quanto l’organizzazione ha documentato da mesi, affermando che le forze di Zelensky hanno sparso centinaia di “mine farfalla” o “mine petalo” nell’area di Izium, vicino alle strutture militari russe, causando la morte di moltissimi civili.

L’operazione speciale russa in Ucraina continuerà fino a quando non sarà stata garantita la sicurezza del Donbass. Ad annunciarlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “Il Donbass non è ancora completamente protetto e quindi l’operazione militare speciale continua. Dobbiamo proteggere le persone che vivono lì. Finora, questo obiettivo non è stato pienamente raggiunto”.

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