Primo Piano

Berlusconi assolto dopo 11 anni. Ruby ter, il fatto non sussiste

di Rita Cavallaro -

SILVIO BERLUSCONI


Silvio Berlusconi è stato assolto perché il fatto non sussiste. E se non sussiste, vuol dire che non è mai accaduto, vuol dire che le migliaia di pagine con cui i magistrati hanno cercato in questi anni di affossare il Cavaliere sono frutto di una macchinazione, di un tentativo di eliminare per via giudiziaria un avversario politico. Perché Berlusconi, prima della sua discesa in campo, non era mai finito nelle maglie della giustizia ma, dal 94 a oggi, contro di lui si è scatenato l’inferno, con le truppe cammellate della Magistratura che lo hanno sottoposto ad oltre 136 processi, con una cifra astronomica di udienze che superano le 3.800. Un accanimento giudiziario pagato a caro prezzo con i soldi degli italiani che, nelle urne, inserivano la scheda con il voto per Silvio, per poi scoprire, puntualmente, che il suffragio universale è solo una bella parola, contenuta idealmente nella Costituzione, se basta un pm di turno a rovesciare la democrazia. Non è demagogia, sono fatti, che oggi non sussistono, ma che su oltre 136 tentativi nei tribunali di tutta Italia, per il calcolo delle probabilità, e soprattutto delle opportunità, un punto a favore del partito delle toghe lo hanno segnato. E non con le cene eleganti delle Olgettine, ma per una condanna a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset, sulla quale è rimasta l’ombra della sentenza pilotata, come dichiarato in un audio choc dal giudice Amedeo Franco, relatore del dispositivo. È così che è stato fatto fuori il leader di Forza Italia, decaduto da senatore sulla base della legge Severino. I suoi detrattori erano convinti di averlo seppellito, ma Silvio non si è fatto da parte. Ha continuato a guidare il suo partito, forte dell’affetto dei suoi elettori. Allora meglio correre ai ripari, aprire un nuovo fascicolo, il terzo, sempre su Ruby Rubacuori, vero nome Karima el Mahroug, e ripartire da dove tutto era iniziato, da quella ragazza marocchina che, all’epoca minorenne, venne portata in Questura a Milano con l’accusa di aver rubato dei gioielli alla sua amica Katia Pasquino. E da Parigi arrivò la telefonata dell’allora premier Berlusconi, che aveva chiesto il rilascio di Ruby, perché, disse, era la nipote di Hosni Mubarak, il presidente egiziano. Da quella circostanza si sollevò un polverone, emersero le foto delle ragazze ad Arcore, le serate del bunga bunga, le feste di Silvio con le giovani a casa, in uno scenario costruito come se la villa del presidente fosse luogo di meretricio. E quando l’inchiesta condotta da Ilda Boccassini della Procura di Milano finì con un’assoluzione, e anche la seconda ebbe lo stesso copione, ecco che i magistrati ci riprovarono per la terza volta, accusando il Cav, che nel mentre è tornato protagonista della scena politica ed è stato eletto in Senato, di corruzione in atti giudiziari. Per lui avevano chiesto una condanna a 6 anni di carcere, perché avrebbe corrotto testimoni per salvarsi la pelle. “Tre su tre, è un’assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile”, ha detto l’avvocato Federico Cecconi. “Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere stato giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi sono state rivolte”, ha commentato il Cav, assolto insieme con gli altri 28 imputati. “L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. “Una bellissima notizia che rende giustizia ad uomo attaccato tanto ingiustamente per motivi politici. Nessuno di noi dubitava della sua innocenza. Mi auguro che sia finita quella stagione: è stata tutta una montatura nei suoi confronti, come dimostra che Berlusconi è stato assolto perché il fatto non sussiste”, ha detto il vice premier Antonio Tajani. E mentre il il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano attende le motivazioni per decidere se continuare l’accanimento con un ricorso in appello, Forza Italia “chiede l’immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”, ha detto alla Camera il capogruppo Alessandro Cattaneo, chiedendo “verità su anni di feroci battaglie giudiziarie”. Anni che hanno provato Berlusconi a livello politico, psicologico e fisico. Da premier italiano acclamato al Congresso Usa, quando a Washington, il primo marzo 2006, fece il suo discorso, Silvio tutt’a un tratto si ritrovò a difendersi da accuse infamanti, apostrofato con i peggiori epiteti, ai quali ha sempre risposto con il sorriso e con qualche barzelletta. Berlusconi che ha speso una fortuna per dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli sono state mosse: lui stesso si è lamentato più volte con i suoi fedelissimi di aver dovuto assumere oltre 130 consulenti e una cinquantina di avvocati per affrontare il calvario giudiziario. Che, a lungo andare, ha avuto ripercussioni anche sulla sua salute. Perfino quando è finito in ospedale rischiando la vita, i suoi odiatori lo hanno accusato di usare i ricoveri per far saltare le udienze, magari puntando alla prescrizione. Non serve: il fatto non sussiste, lo dicono i giudici. E ieri sua figlia Marina, presidente di Fininvest, nell’esprimere “grandissima soddisfazione” perché “il fatto che la giustizia riconosca finalmente la verità è importante”, ha parlato di “una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto. Prezzo alto non solo per mio padre, anche per tutte le persone che lo amano e lo stimano, per i milioni di italiani che negli anni lo hanno votato. Una persecuzione del genere non si può cancellare così, con un colpo di spugna”. Perché è vero che Silvio ha vinto, ma con questa giustizia viene da dire: che vittoria del Ca…


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